DIETA E INTEGRATORI NELLA SINDROME DELL'INTESTINO IRRITABILE (I° PARTE)

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è la condizione più comune diagnosticata dai gastroenterologi che colpisce l'11% della popolazione mondiale e il 12% della popolazione statunitense. A causa dell'eterogeneità dei sintomi e dei molteplici meccanismi postulati per la genesi della malattia, le opzioni terapeutiche per l'IBS sono state purtroppo deludenti. L'aumento del consumo della fibra alimentare, così come l'impiego di probiotici, prebiotici e simbiotici possono rappresentare un aiuto. Scopri come con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitario Senese

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Consulenza scientifica

Massimo Vincenzi

Medico specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Scienza dell'Alimentazione e Medicina dello Sport. Responsabile del servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della San Pier Damiano Hospital, Faenza (Ravenna). Vicesegretario Nazionale dell'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Coordinatore dei Gruppi di Studio e dell'Area Web dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI. Membro dell'American Gastroenterological Association (AGA) e Fellows ship dell'American Gastroenterological Association (AGAF). Componente dell’Editorial Committee del Mediterranean Journal of Nutrition and Metabolism.

LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE (IBS)

La patogenesi dell’IBS è multifattoriale ed eterogenea ed è caratterizzata da alterazioni della motilità, della sensibilità viscerale, del microbioma, dell’interazione cervello-intestino attraverso il sistema nervoso centrale ed enterico, della funzione immunitaria della mucosa, del metabolismo degli acidi biliari e della permeabilità intestinale.

A causa dell’eterogeneità dei sintomi e dei molteplici meccanismi postulati della malattia, le opzioni terapeutiche per l’IBS sono state purtroppo deludenti. Una parte significativa dei pazienti si rivolge a cure autodirette o usa medicine alternative per i loro sintomi. 

I componenti nutrizionali degli alimenti sono stati usati in medicina per migliaia di anni. Ippocrate, il padre della moderna medicina occidentale, affermava: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo“. I medicinali derivati alimenti o piante sono diventati più ampiamente disponibili. Gli attuali studi sulla dieta tuttavia sono stati in gran parte di scarsa qualità.

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INTEGRAZIONE DI FIBRE

L’incremento dietetico della fibra alimentare è stato raccomandato per l’IBS dai medici per decenni. La fibra ha effetti sulle secrezioni del colon, sulla motilità e sul microbioma. L’integrazione di fibre è stata adottata nella pratica; tuttavia, gli studi sull’uso delle fibre avevano una scarsa metodologia.

Ad oggi, ci sono 15 studi randomizzati sull’uso di fibre nell’IBS in 1048 pazienti, che hanno mostrato un effetto significativo sui sintomi globali.  C’è stato un beneficio statisticamente significativo per l’uso di ispaghula o psyllium rispetto al placebo.

La crusca, che è una fibra insolubile, non ha avuto effetti significativi sul sollievo dai sintomi dell’IBS.  Le fibre solubili, come lo psillio sono particolarmente raccomandate per i pazienti con sindrome dell’intestino irritabile con stipsi.

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PROBIOTICI, PREBIOTICI E SIMBIOTICI

Le alterazioni nel microbioma intestinale contribuiscono alla patogenesi dell’IBS. Questo fatto è supportato dallo sviluppo dei sintomi dell’IBS dopo un’infezione, nota come IBS post-infettiva. 

Probiotici, prebiotici e simbiotici sono stati individuati come agenti che modificano il microbioma a beneficio dell’ospite. 

I probiotici sono microrganismi vivi, che possono conferire benefici per la salute

I prebiotici sono i componenti del cibo che i microrganismi intestinali utilizzano per alimentare il microbioma. 

I simbiotici sono una miscela di substrati (prebiotici e organismi vivi) che agirebbero sinergicamente per promuovere la crescita di alcuni organismi benefici. 

In letteratura sono riportati 18 nuovi studi randomizzati che hanno valutato l’efficacia dei probiotici nell’IBS solo negli ultimi 5 anni.  Due studi randomizzati sui prebiotici rispetto al placebo non hanno riportato differenze significative nei sintomi dell’IBS con l’uso di prebiotici.  

Sulla base delle prove attuali, i probiotici sono raccomandati con cautela per il miglioramento dei sintomi, in particolare gonfiore e flatulenza, nei pazienti con IBS. Non ci sono prove sufficienti per supportare l’uso di prebiotici o simbiotici. I probiotici sono disponibili in molte varietà diverse. Combinazioni di probiotici, Lactobacillus sp , Bifidobacterium sp. e Streptococcus sp determinano effetti benefici sulla sintomatologia dell’IBS, ma quale specifica combinazione o specie sia particolarmente vantaggiosa resta ancora da chiarire.

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