NUOTO: COME ORGANIZZARE LA SEDUTA DI ALLENAMENTO

La singola seduta di allenamento è il tassello più piccolo, ma per questo non meno importante, della organizzazione del percorso tecnico di una stagione agonistica. Come nella programmazione il susseguirsi di periodi di allenamento sono caratterizzati da obiettivi adattativi da raggiungere attraverso l'utilizzo di mezzi e metodi adeguati, anche nella "unità di allenamento" ci sono fasi ben definite e caratterizzate. Fatti guidare dai medici e gli esperti di Cibum dell’Università di Siena

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Consulenza scientifica

Cesare Butini

Nel 2000 entra a far parte dello staff tecnico della Squadra nazionale assoluta partecipando alle Olimpiadi di Sydney e, successivamente, ha partecipato a tutte le edizioni successive dei Giochi Olimpici sino a Rio 2016. Docente Nazionale del Settore Tecnico Federale. Dal settembre 2012 è Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali di Nuoto.

FASI DELLA SEDUTA DI ALLENAMENTO

Possiamo identificare tre fasi:

  • Riscaldamento
  • Fase Centrale
  • Defaticamento

È importante ricordare che, anche se la singola seduta di allenamento può avere una durata e intensità variabile in relazione al livello dell’atleta e ai suoi obiettivi tecnico prestativi, le tre fasi dovranno essere sempre presenti.

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IL RISCALDAMENTO

L’utilizzo della fase del riscaldamento, dopo un periodo nel quale si è dibattuto sui suoi pro e contro, si è, a seguito dei comprovati benefici, sempre più consolidato. In questa fase, infatti, a causa di un maggior afflusso di sangue ai muscoli attivi, possiamo riscontrare un benefico aumento della temperatura (1-2 gradi), che comporta come i tendini e muscoli siano “attivati” in modo corretto e, conseguentemente, meno soggetti a traumi.

A tal fine, durante il riscaldamento devono essere proposte esercitazioni di carattere generale a intensità via via crescente che permetterà all’atleta di essere pronto alle esercitazioni specifiche e più intense che saranno presenti nella fase centrale dell’allenamento. Compito importante del tecnico è di vigilare sulla corretta esecuzione, da parte degli atleti, delle esercitazioni proposte.

La durata di questa fase introduttiva può variare in relazione ai contenuti della fase centrale; infatti se la parte centrale prevede esercitazioni molto intense la fase del riscaldamento sarà più lunga. Se invece le proposte allenanti della parte centrale saranno di media intensità (resistenza aerobica, per esempio) il riscaldamento potrà essere più breve in quanto l’attivazione avrà un’intensità molto vicina a quella della parte centrale.

Va ricordato inoltre che se si effettuano doppie sedute di allenamento nello stesso giorno, la fase del riscaldamento della seconda seduta potrà essere più breve in quanto l’effetto dell’attivazione dura per diverse ore.

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LA FASE CENTRALE

Nella parte centrale verranno proposte esercitazioni mirate allo sviluppo delle capacità condizionali che rappresentano l’obiettivo della seduta. È possibile proporre anche due tipologie di obiettivi purché non in conflitto fra loro. Se si propongono esercitazioni simili, è necessario mantenere adeguato il tempo di recupero.

Se si propongono esercitazioni molto intense, il compito dell’allenatore sarà quello di fare attenzione che non scada la tecnica del nuotatore; in questo caso si andrebbe a danneggiare l’efficienza propulsiva del nuotatore perdendo di efficacia.

IL DEFATICAMENTO

Ogni seduta di allenamento si conclude con una fase di defaticamento. Questa fase ha lo scopo di favorire i processi di recupero e rigenerazione. Le esercitazioni aerobiche a bassa intensità sono da preferire. La durata di questa fase deve essere commisurata all’intensità della fase precedente.

Più intensa la fase centrale più lunga sarà la fase del defaticamento. Alla fase svolta in acqua, potrà seguire un’attività di stretching dove non sarà richiesto di raggiungere le massime tensioni.

Nell’unita’ di allenamento la fase centrale sarà sempre la parte principale della seduta, le altre due (riscaldamento e defaticamento), pur essendo anche loro presenti, potranno variare nella durata a seconda delle esercitazioni proposte nella parte centrale.

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L’ESPERTO: LA QUARTA FASE RIELABORATIVA

“A tutto questo si aggiunge una quarta fase, altrettanto importante; quella rielaborativa. In questa fase il tecnico deve valutare se le proposte allenanti hanno ottenuto gli effetti desiderati“. Indica il dottor Cesare Butini, che afferma: “Oltre all’analisi visiva, al riscontro dei dati (pulsazioni cardiache, fatica percepita secondo la scala di Borg, eccetera) sarà importante avere un feedback da parte dell’atleta che permetterà di valutare la relazione tra il carico esterno e quello interno. Tutto questo favorirà un maggior controllo dell’allenamento con lo scopo di ottimizzare il nostro progetto allenante e essere in grado di proporre, nelle sedute successive, esercitazioni in linea con la condizione fisica del nostro atleta e con la sua riserva attuale di adattamento”.

BIBLIOGRAFIA

  1. Counsilman JE, Counsilman BE. La Nuova Scienza del Nuoto. Zanichelli, Bologna, 2004
  2. Brunetti G. Allenare l’atleta. Manuale di metodologia dell’allenamento sportivo. Edizioni Scuola dello sport, Roma, 2010
  3. Martin D, Carl K, Lehnertz K. Manuale di teoria dell’allenamento. Società Stampa Sportiva, Roma, 2004

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