L’IBS PEGGIORA LA QUALITÀ DELLA VITA

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Consulenza scientifica

Massimo Vincenzi

Medico specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Scienza dell'Alimentazione e Medicina dello Sport. Responsabile del servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della San Pier Damiano Hospital, Faenza (Ravenna). Vicesegretario Nazionale dell'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Coordinatore dei Gruppi di Studio e dell'Area Web dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI. Membro dell'American Gastroenterological Association (AGA) e Fellows ship dell'American Gastroenterological Association (AGAF). Componente dell’Editorial Committee del Mediterranean Journal of Nutrition and Metabolism.

L’IBS PEGGIORA LA TUA SALUTE

La vasta gamma di sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ha gravi ripercussioni sullo stato emotivo, sulle abilità funzionali e ha un impatto negativo sulla qualità della vita. I pazienti con IBS visitano il medico più frequentemente, usano più test diagnostici, consumano più farmaci, hanno più assenze dal lavoro, hanno una minore produttività lavorativa e sono ricoverati più frequentemente rispetto ai pazienti senza IBS.

Gli studi clinici stimano che la produttività per i pazienti con IBS è mediamente inferiore del 30% rispetto ai lavoratori sani corrispondenti a 13,8 ore perse per 40 ore settimanali. I pazienti con IBS e ridotta produttività hanno più comorbidità extra-intestinali (ad es. sindrome da stanchezza cronica, fibromialgia, cefalea e timori e preoccupazioni specifici della malattia). L’IBS è anche correlato a disturbi psichiatrici come depressione e ansia.

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L’IBS AUMENTA LA SPESA SANITARIA

Gli studi condotti negli Stati Uniti stimano che ci siano 3,6 milioni di visite mediche per IBS ogni anno, e che l’assistenza IBS consuma oltre 20 miliardi di dollari in spese sia dirette che indirette. Inoltre, i pazienti con IBS consumano oltre il 50% in più di risorse sanitarie rispetto ai controlli corrispondenti senza IBS.

Un’indagine nazionale tra gli studenti delle scuole medie e superiori in Giappone ha dimostrato che la prevalenza di IBS era del 18,6%. Non è stata osservata alcuna differenza di sesso nella prevalenza. La prevalenza di IBS-D era più alta tra i ragazzi che tra le ragazze. Al contrario, la prevalenza di IBS-C era più alta tra le ragazze che tra i ragazzi. La prevalenza di IBS aumenta con l’aumentare del livello scolastico. Inoltre, vi era una relazione significativa tra IBS, disturbi del sonno e insonnia.

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L’ESPERTO: L’IBS È PIÚ FREQUENTE NELLA DONNE

“L’IBS ha una prevalenza doppia nelle donne, indicando quindi anche una probabile correlazione ormonale. Le donne con IBS hanno maggiori probabilità di soffrire di IBS-C e meno di IBS-D – indica il Dottor Massimo Vincenzi – che afferma: Un fattore importante per lo sviluppo dell’IBS è rappresentato dai fattori di stress comparsi in fasi precoci della vita, in particolare la separazione materna, che può avere effetti a lungo termine sul microbiota. Questo è stato documentato in diversi modelli animali.”

LA GASTROENTERITE BATTERICA ACUTA

La gastroenterite batterica acuta è il più forte fattore di rischio noto per IBS. Nel 36% delle persone che hanno sofferto di infezione da Campylobacter jejuni sono presenti ancora sintomi IBS dopo 2 anni causati da un persistente aumento della permeabilità intestinale.

Questo sottogruppo di IBS è chiamato IBS postinfettivo (IBS-PI). La gastroenterite acuta, gli antibiotici e lo stress sono fattori di rischio predominanti per la disbiosi intestinale e la successiva IBS sia negli adulti che nei bambini. Un aumento dell’infiammazione della parete intestinale può causare un’infiammazione cronica, subclinica, di basso grado, sufficiente a modificare la funzione delle cellule neuromuscolari ed epiteliali.

La disbiosi può anche contribuire al profilo comportamentale di un paziente con IBS. Il lavoro sedentario, la mancanza di esercizio fisico, la dieta occidentale ricca di carboidrati e i cosiddetti cibi processati sono ulteriori fattori di rischio ben consolidati per l’IBS.

BIBLIOGRAFIA

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