TIROIDE: TERAPIE EFFICACI

La tiroide è una ghiandola indispensabile per il nostro organismo. Può essere colpita da alterazioni morfologiche che producono patologie come il gozzo, noduli e tumori. Sono necessarie terapie efficaci che permettano di contrastare queste patologie che colpiscono principalmente le donne. Scopri come con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Maria Grazia Castagna

Professore associato di Endocrinologia presso l'Università di Siena. Direttore dell’UOC di Endocrinologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Direttore della scuola di specializzazione in Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell'Università di Siena.

Ha collaborato al presente testo Annalisa Bufano, Specialista in Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Università di Siena.

ALLA TIROIDE PIACE CAMBIARE

La tiroide può essere colpita da alterazioni morfologiche come nel caso di gozzo, noduli e tumori.

  • Con il termine gozzo si indica l’aumento volumetrico della tiroide. È una delle patologie più diffuse al mondo: circa il 5% della popolazione mondiale ne è affetta. Il gozzo può essere caratterizzato dall’ingrossamento diffuso di tutta la ghiandola (gozzo semplice) oppure uninodulare o multinodulare, se interessa, rispettivamente, una o più aree della ghiandola. Nei paesi iodio-carenti il deficit di iodio rappresenta la principale causa predisponente allo sviluppo di gozzo multinodulare.
  • La comparsa di noduli tiroidei può interessare inoltre una ghiandola tiroidea con volume nella norma. La presenza di uno o più noduli all’interno della ghiandola tiroide viene solitamente rivelata da evidenza alla palpazione e/o all’ispezione di tumefazione nella regione anteriore del collo, raramente possono associarsi sintomi da compressione quali disfagia e disfonia che insorgono soprattutto nelle forme più voluminose ed inveterate. I noduli tiroidei di piccole dimensioni generalmente sono asintomatici e vengono riscontrati occasionalmente nel corso di indagini eseguite per patologie non tiroidee (es. doppler TSA, ecografia del collo per linfoadenopatia latero-cervicale ecc.).
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TERAPIE

Una volta riscontrata la presenza di un gozzo nodulare, è importante eseguire un prelievo ematico per valutare la funzionalità tiroidea: infatti il gozzo e i noduli tiroidei possono associarsi a una condizione di ipertiroidismo o di ipotiroidismo, ma possono interessare anche ghiandole perfettamente funzionanti.

È importante inoltre caratterizzare i noduli dominanti in base alle loro dimensioni e caratteristiche ecografiche: l’ecografia della tiroide rappresenta il mezzo tecnico più utile per l’identificazione di lesioni nodulari tiroidee, consentendo una selezione dei noduli da sottoporre ad approfondimento diagnostico tramite ago aspirato ecoguidato.

Infatti, nel corso degli anni sono stati individuati i caratteri ecografici che più frequentemente si associano al rischio di malignità e la cui presenza suggerisce l’approfondimento diagnostico citologico.

La terapia non è necessaria se il gozzo è solo di modesta entità e il paziente è in una condizione di eutiroidismo. Se invece sono presenti sintomi compressivi, può esserci indicazione ad effettuare terapia specifica (es. chirurgia). Nel contesto di un gozzo multinodulare tossico può essere invece presa in considerazione la terapia medica con radio-iodio (131-I) che può rappresentare la terapia definitiva in alternativa alla terapia chirurgica, ristabilendo un quadro di eutiroidismo.

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TIROIDE E TUMORI

Pur essendo i noduli tiroidei molto comuni nella popolazione generale, in realtà solo circa il 5% di questi si rivela poi essere un tumore della tiroide. Il carcinoma della tiroide è un tumore che rappresenta circa il 4% di tutti i tumori umani, seppur l’incidenza è andata aumentando in maniera quasi esponenziale negli ultimi 20 anni. Questo aumento è sicuramente dovuto al miglioramento delle tecniche diagnostiche ed in particolare al ricorso sempre maggiore dell’ecografia tiroidea.

La stragrande maggioranza (>90%) di tutti i tumori della tiroide è rappresentata dal carcinoma differenziato della tiroide (DTC) che comprende il cancro papillare e follicolare che risultano essere, fortunatamente, le forme meno aggressive con un tasso di sopravvivenza dopo i 5 anni di oltre il 90%.

La terapia è principalmente di tipo chirurgico: a seconda dei casi emitiroidectomia o tiroidectomia totale, che può essere completata da una linfoadenectomia selettiva qualora si evidenzino eventuali linfonodi sospetti per metastasi. Successivamente all’intervento, è possibile decidere se sottoporre il paziente a terapia radiometabolica con Iodio-131, che permette di ridurre il rischio di recidive nei pazienti più ad alto rischio e può essere utilizzata anche nel trattamento di metastasi a distanza.

Esistono però altre forme di carcinoma tiroideo più rare, ma più aggressive, come il carcinoma midollare e il carcinoma anaplastico della tiroide. In queste forme, il trattamento radiometabolico non è efficace, ma vengono sempre più utilizzati farmaci sistemici specifici chiamati inibitori tirosin-kinasi (TKI).

tiroide-tumori

UN AIUTO ALLA CICOGNA

La patologia tiroidea in gravidanza, rappresenta un importante problema clinico per la sua frequenza nel sesso femminile e i potenziali effetti sulla gravidanza e sul benessere del feto.

È riportato in letteratura come una disfunzione tiroidea materna, sia associata ad un rischio più elevato di aborto, di parto pretermine ed eclampsia. Una ridotta disponibilità di ormone tiroideo da parte materna, può inoltre determinare nel feto uno ridotto sviluppo cognitivo.

Per tale ragione uno screening tiroideo è consigliato sia in donne in gravidanza che in donne che programmano una gravidanza. È importante infatti individuare precocemente la presenza di disfunzioni tiroidee cosi da limitare le conseguenze sulla gravidanza. È utile ricordare inoltre che in età gestazionale c’è un fabbisogno maggiore di iodio e che la quantità giornaliera raccomandata è di 200-250 μg.

L’ESPERTA: POCO SALE… MA IODATO!

“La corretta funzione della ghiandola tiroidea è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio.” Indica la Professoressa Maria Grazia Castagna, che spiega: “Lo iodio, sotto forma di ioduro, viene assorbito dalla tiroide e combinato chimicamente con l’aminoacido tirosina per sintetizzare l’ormone tiroideo. Il fabbisogno di iodio è particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini. La quantità di iodio che dovrebbe essere introdotta con la dieta è quindi di circa 150 μg per gli adulti, 90 μg nei neonati e circa 200 μg in gravidanza. Lo iodio viene assunto prevalentemente con l’alimentazione e in particolare con un regolare utilizzo di sale iodato.”

BIBLIOGRAFIA

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