INSULINA: STORIA DI UNA SCOPERTA RIVOLUZIONARIA

Il 14 Novembre si celebra la giornata mondiale del diabete, che quest’anno coincide con un’importante ricorrenza: il centenario della scoperta dell’insulina. La scoperta dell’insulina ha rappresentato una pietra miliare nella storia della medicina ed ha permesso di trasformare il diabete mellito, che fino ad allora rappresentava una malattia con prognosi infausta, ad esito fatale, in una condizione curabile. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Caterina Formichi

Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia (2009) e la specializzazione in Endocrinologia e Malattie Metaboliche (2015) presso l’Università degli Studi di Siena. Nel 2020 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare presso Sapienza Università di Roma. Dal 2016 svolge attività clinica presso la UOC Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Svolge inoltre attività di ricerca nell’ambito delle Malattie Metaboliche. Dal 2010 ha partecipato come sub-investigator a numerosi protocolli sperimentali di fase 2 e 3 in ambito endocrino-metabolico. Ha partecipato, in qualità di relatrice, a numerosi congressi in ambito diabetologico.

DIABETE: UN PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA

Il diabete mellito è malattia cronica, multifattoriale, che colpisce circa 500 milioni di persone adulte nel mondo, secondo le stime dell’International Diabetes Federation (IDF) e la cui prevalenza è destinata ad aumentare.

In Italia, sono oltre 3 milioni e mezzo (5.8% dell’intera popolazione) le persone che nel 2019 hanno dichiarato di essere affette da diabete, con un aumento di prevalenza del 60% nell’ultimo decennio, maggiormente evidente nella popolazione maschile.

Il diabete mellito è una malattia gravata da elevata mortalità a causa di complicanze acute e croniche, potenzialmente fatali. Il diabete mellito rappresenta nel mondo occidentale una delle principali cause di cecità e insufficienza renale allo stadio terminale, aumenta fino a 3 volte il rischio di infarto o ictus rispetto alla popolazione generale, e, insieme al cancro ed alle malattie cardiache, è considerato uno dei cosiddetti ‘big killers’ dell’ultimo decennio.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie non trasmissibili come il cancro e il diabete sono ora le principali cause di morte nel mondo. Si intuisce quindi facilmente come il diabete rappresenti una malattia debilitante e con forte impatto sui pazienti e sulle loro famiglie, nonché un problema di salute pubblica con impatto disastroso sul sistema sanitario.

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L’ESPERTA: CON L’INSULINA UNA SVOLTA NELLA CURA

“La diagnosi ed il trattamento precoce del diabete permettono di ritardare la comparsa di complicanze croniche della malattia, che possono causare gravi disabilità o avere esito fatale.” Indica la dottoressa Caterina Formichi che aggiunge: “La scoperta dell’insulina ha rappresentato una svolta nella cura di questa patologia e, in particolare, del diabete mellito di tipo 1, caratterizzato da una carenza assoluta di insulina conseguente alla distruzione autoimmune delle cellule beta del pancreas, che producono insulina.

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INSULINA: UNA STORIA DA NOBEL

La scoperta dell’insulina si colloca in un momento storico in cui diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo stavano cercando di identificare la molecola presente negli estratti di pancreas e in grado di ridurre la glicemia e la glicosuria in animali da esperimento resi diabetici dopo pancreasectomia, nell’ottica di isolarla e purificarla per uso terapeutico.

Già alla fine del 1800, studi su animali avevano permesso di dimostrare che la pancreasectomia totale si associava a comparsa di glicosuria mentre il trattamento degli stessi animali pancreasectomizzati con estratti di pancreas riduceva la glicosuria, ma solo all’inizio del 1900 fu identificata una sostanza prodotta dalle isole di Langerhans in grado di ridurre i livelli glicemici nel sangue e nelle urine di cani diabetici.

Nel 1921, presso l’Università di Toronto, Frederick Banting e Charles Best, sotto la supervisione di John JR Macleod, riuscirono per primi, in soli 9 mesi, ad ottenere un estratto di pancreas, che fu utilizzato con successo per mantenere in vita animali pancreasectomizzati.

La preziosa collaborazione con il biochimico James Collip permise al gruppo di Toronto di perfezionare il protocollo di estrazione ed ottenere un estratto pancreatico sufficientemente puro da essere utilizzato nell’essere umano e, nel 1922, il primo paziente affetto da diabete mellito di tipo 1, il quattordicenne Leonard Thompson, fu trattato con il nuovo farmaco e salvato da morte certa.

La notizia del successo di questo miracoloso ‘siero McLeod’ si diffuse velocemente e molti medici e pazienti si rivolsero al gruppo di Toronto per avere il nuovo farmaco salvavita. Per far fronte all’imponente richiesta, i ricercatori iniziarono una proficua collaborazione con la compagnia farmaceutica Eli Lilly and Company, che perfezionò la procedura di estrazione consentendo la produzione su larga scala dell’insulina.

Il successo della terapia, spinse il prof Krogh di Copenhagen a visitare il laboratori di Toronto per imparare il protocollo di produzione dell’insulina e dal 1923, insieme al prof. Hagedorn, iniziò a produrre insulina nei laboratori Nordisk in Danimarca. Nel 1923, Banting e McLeod furono insigniti con il premio Nobel in Fisiologia e Medicina per la loro rivoluzionaria scoperta.

BIBLIOGRAFIA

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