CRAMPI MUSCOLARI: COME RICONOSCERLI E CURARLI

I crampi muscolari sono contrazioni involontarie e dolorose di un muscolo o di un gruppo di muscoli. Possono colpire qualsiasi muscolo del corpo, ma sono più comuni nelle gambe, nei piedi, nelle braccia e nel collo. Scopri come prevenire e gestire un crampo muscolare con i medici di Cibum dell’Università degli Studi di Siena

Tumori -Prevenzione-Attività fisica

Consulenza scientifica

Marco Bonifazi

Specialista in Medicina dello Sport, è Professore associato di Fisiologia
presso il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena. Coordinatore tecnico del Centro Studi e Ricerche della Federazione Italiana Nuoto. Ha partecipato, come medico e dirigente tecnico a otto edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1988 al 2016.

I CRAMPI MUSCOLARI E L’ESERCIZIO FISICO

In molti abbiamo avuto l’esperienza di un crampo muscolare durante uno sforzo fisico, ma non molti conoscono le cause che lo determinano. In realtà ci sono molte malattie che possono determinare crampi muscolari. Fra queste patologie o condizioni che possono causare gravi squilibri degli elettroliti (potassio e calcio) come i disordini metabolici o ormonali. O le malattie neurologiche, muscolari e circolatorie. Oggi ci riferiamo però ai crampi muscolari associati all’esercizio fisico. Quelli cioè che insorgono in persone sane in condizioni di affaticamento durante uno sforzo muscolare per il quale non si è abbastanza allenati.

I CRAMPI MUSCOLARI: COSA SONO?

Il crampo è una contrazione involontaria dei muscoli scheletrici, localizzata, dolorosa e protratta nel tempo, caratterizzata da una attività elettrica muscolare elevata.

In termini fisiologici, cioè, dovuti ad una scarica di potenziali di azione ad alta frequenza come quelli che si vedono durante una contrazione isometrica massimale. Nel caso che il crampo insorga improvvisamente durante l’esercizio o immediatamente al termine di esso si parla di crampo muscolare associato all’esercizio fisico.

Ci sono anche altri tipi di crampo di tipo para-fisiologico (per esempio, i crampi in gravidanza oppure quelli notturni più tipici in età avanzata) cioè che non sono associati a malattie sistemiche o distrettuali.

I CRAMPI MUSCOLARI: LE CAUSE

Nel corso degli ultimi 80 anni sono state formulate diverse ipotesi per spiegare la genesi del crampo associato all’esercizio. Esse sono comunque riconducibili a due gruppi di teorie:

  • Disidratazione e/o perdita di elettroliti
  • Alterato controllo della stiffness, cioè della tensione muscolare involontaria, da parte del sistema nervoso centrale

Per quanto riguarda le ipotesi appartenenti al primo gruppo, non ci sono evidenze scientifiche consistenti a loro sostegno. Probabilmente il fatto che squilibri metabolici importanti (per esempio, quelli conseguenti a diarrea molto grave) possano provocare crampi generalizzati ha indotto a ipotizzare che tali squilibri possano essere le cause principali anche dei crampi muscolari associati all’esercizio.

In realtà, anche la disidratazione (entro certi limiti) non sembra possa essere un fattore scatenante: infatti, la soglia per indurre il crampo stimolando elettricamente il muscolo non cambia anche per una perdita di acqua pari al 3% del peso. Inoltre, è stato osservato circa il 70% degli sportivi colpiti da crampo durante l’attività fisica erano normalmente idratati e non avevano squilibri degli elettroliti. Quindi la disidratazione dovrebbe essere considerata semmai come un fattore facilitante, ma non scatenante.

Invece si conosce già dagli anni ’40 che, come già accennato, il crampo associato all’esercizio è caratterizzato da una attività elettrica del muscolo molto alta. Esso è dunque principalmente legato a una alterata attività del controllo involontario della tensione muscolare (la stiffness) da parte del sistema nervoso centrale e in particolare del midollo spinale.

Per capire meglio il meccanismo si deve considerare che la stiffness muscolare è aumentata dai recettori di lunghezza presenti nel muscolo (i fusi neuromuscolari) che rispondono allo stiramento del muscolo stesso facendolo contrarre, mentre è diminuita dai recettori di tensione del tendine (gli organi del Golgi) che fanno rilasciare il muscolo quando la tensione aumenta eccessivamente. Tutto questo avviene involontariamente sotto il controllo del midollo spinale, che riceve informazioni dai centri superiori e dalla periferia e invia comandi ai muscoli, in relazione alle necessità improvvise di stabilità articolare o del movimento senza che lo stato di tensione muscolare aumenti oltre il necessario.

L’ESPERTO: I CRAMPI MUSCOLARI, LA FATICA È IL FATTORE PRINCIPALE

“La fatica è probabilmente il fattore principale che altera il controllo neuromuscolare involontario della contrazione. La fatica muscolare aumenta l’attività dei fusi neuromuscolari (incrementando la stiffness) e riduce quella degli organi tendinei del Golgi (che diminuiscono la stiffness). In alcune condizioni, di particolare affaticamento muscolare distrettuale, specialmente se il muscolo sta lavorando in posizione molto accorciata, l’attività involontaria di stimolo alla contrazione muscolare da parte del midollo spinale può diventare prevalente e scavalcare il controllo volontario, determinando così il crampo.” Afferma il Professor Marco Bonifazi, che indica: “Per trovare sollievo dal crampo, si deve stirare il gruppo muscolare colpito. Lo stretching, probabilmente, aumenta l’attività residua degli organi tendinei del Golgi (aumentando la tensione sui tendini) facendo rilassare il muscolo.”

I CRAMPI MUSCOLARI SI POSSONO PREVENIRE?

Non è così semplice, soprattutto per chi ne è predisposto. Per prima cosa bisogna essere allenati in modo adeguato a sostenere lo sforzo muscolare che ci si è prefissati di fare, in modo da ritardare l’insorgenza di fatica localizzata.

Dato che, se si è disidratati, la fatica insorge prematuramente, una buona idratazione è in ogni caso necessaria (anche se non è risolutiva per prevenire i crampi). In secondo luogo, i muscoli dovrebbero contrarsi partendo da una lunghezza ottimale: come già detto, se il muscolo si contrae partendo da una posizione in cui è accorciato, i crampi sono favoriti. Però è molto difficile stabilire se la posizione degli arti è biomeccanicamente sfavorevole quando l’esercizio è a corpo libero.

Sicuramente, quando si usano strumenti meccanici (per esempio la bicicletta) è utile studiare la posizione ottimale di lavoro delle varie parti del corpo, anche per prevenire l’insorgenza dei crampi. Per la prevenzione, può anche essere utile potenziare muscoli sinergici che possano lavorare in posizione allungata, in modo da riequilibrare l’attività muscolare nel controllo di un’articolazione.

Per esempio, in calciatori che soffrono di crampi nei muscoli posteriori della coscia, si possono potenziare i muscoli glutei, che sono estensori dell’anca, riducendo l’impegno sinergico per questa funzione dei muscoli ischio-crurali (che sono più costantemente accorciati durante il gioco).

BIBLIOGRAFIA

  1. Schwellnus MP. Cause of exercise associated muscle cramps (EAMC)–altered neuromuscular control, dehydration or electrolyte depletion? Br J Sports Med. 2009;43(6):401-408

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