ATTIVITÀ FISICA: I BENEFICI DELL’ADATTAMENTO

I benefici di una attività fisica si sentono prima, durante e dopo la sua pratica. In particolare, durante il recupero, l’organismo produce tanti piccoli cambiamenti, detti adattamento. Ma serve costanza e allenamento. E anche il fattore genetico conta. Scopri come.

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Consulenza scientifica

Marco Bonifazi

Specialista in Medicina dello Sport, è Professore associato di Fisiologia
presso il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena. Coordinatore tecnico del Centro Studi e Ricerche della Federazione Italiana Nuoto. Ha partecipato, come medico e dirigente tecnico a otto edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1988 al 2016.

ATTIVITÀ FISICA: ALLENAMENTO E ADATTAMENTO

Lo sforzo legato all’attività fisica causa uno squilibrio delle funzioni dell’organismo o dei suoi organi e apparati. Se allo sforzo segue un periodo di recupero adeguato, i processi rigenerativi determinano modificazioni nel nostro organismo. Nello specifico, un cambiamento della sintesi proteica che porta ad accrescere le capacità funzionali dei vari sistemi. Ciascun singolo esercizio costituisce uno stimolo per gli adattamenti, ma esso, da solo, non è sufficiente a modificare stabilmente l’organismo o le sue parti. L’effetto benefico indotto dall’adattamento è la conseguenza della ripetizione delle attività fisiche nel tempo, cioè dell’allenamento.

Dal punto di vista molecolare, per esempio, una seduta singola di attività fisica provoca un aumento rapido (di poche ore) dell’espressione di un determinato gene durante il recupero, ma tale aumento è transitorio e torna ai livelli di partenza entro un giorno. Ma se le sedute di allenamento sono svolte ripetutamente e regolarmente, anche solo un paio di volte la settimana, gli effetti degli aumenti pulsatili dell’espressione genica si accumulano e si raggiunge in poche settimane un miglioramento funzionale.

ATTIVITÀ FISICA: TIPOLOGIA DI ESERCIZIO E ADATTAMENTO

È importante codificare gli esercizi in modo da controllare le diverse variabili. Le variabili principali riguardano il tipo di esercizio, il metabolismo durate la sua esecuzione, la frequenza, l’intensità e il volume di ciascuna esercitazione. Ciascuna di esse incide sulle risposte metaboliche e molecolari, che, a loro volta, determinano un risultato funzionale specifico.

Le attività aerobiche e quelle basate sulla forza rappresentano le estremità delle differenti modalità nelle quali l’esercizio può essere praticato. L’esercizio aerobico è, in generale, prolungato nel tempo, caratterizzato da un numero molto elevato di movimenti con forza muscolare ridotta e trae energia dall’ossidazione dei nutrienti. L’esercizio di forza con sovraccarichi, al contrario, si basa su pochi movimenti ma richiede una tensione muscolare elevata e trova l’energia dai sistemi anaerobici.

L’ESPERTO: LA COMBINAZIONE DI DIVERSI ESERCIZI RIDUCE I RISCHI DI MALATTIE

“Sia l’esercizio aerobico sia quello di forza promuovono benefici individuali per chi li pratica ma con effetti diversificati. Per esempio, l’attività aerobica riduce maggiormente i fattori di rischio cardiovascolare, mentre quella di forza mantiene meglio la massa muscolare specialmente negli anziani”. Afferma il Professor Marco Bonifazi, che indica: “È fondamentale considerare che, la combinazione dei due esercizi nell’allenamento, aumenta l’efficacia di entrambi, per esempio, per contrastare l’obesità e la sindrome metabolica tanto che entrambi sono considerati indispensabili nelle linee guida internazionali”.

ATTIVITÀ FISICA: GENETICA E ADATTAMENTO

Va considerato che la risposta specifica all’allenamento è molto variabile: ci sono persone che rispondono molto e altre che reagiscono agli stimoli allenanti poco o niente. Questa eterogeneità delle risposte è legata alla componente genetica individuale. Di solito si risponde meglio per quelle qualità che presentano espressioni di base più alte. Quindi, per esempio un calciatore molto rapido, ma poco resistente, nella corsa dovrebbe essere allenato per migliorare la sua caratteristica migliore (la rapidità appunto) e non per compensare la mancanza di resistenza, per la quale non avrebbe molti geni in grado di rispondere agli stimoli.

La prescrizione dell’esercizio fisico dovrebbe quindi essere personalizzata considerando anche la predisposizione dell’individuo, in contrapposizione a linee guida di salute pubblica attualmente molto ampie, per ottimizzare il tempo impiegato e mantenere una motivazione forte (si fanno più volentieri le attività che riescono meglio).

BIBLIOGRAFIA

  1. Egan B, Zierath JR. Exercise metabolism and the molecular regulation of skeletal muscle adaptation. Cell Metab. 17(2):162-184, 2013

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