NUTRIZIONE E MENTE: COME IL CIBO INFLUENZA IL BENESSERE

Una nutrizione equilibrata può prevenire e alleviare disturbi mentali come depressione e ansia, migliorare la memoria e la funzione cerebrale. Le diete di tipo mediterraneo e l’uso di nutraceutici supportano l’umore e le capacità cognitive. Il microbiota intestinale e la neurogenesi ippocampale sono nuovi target di intervento per il benessere mentale. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Martinelli

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in dietistica nel 2014; laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2016. Lavora presso l’UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Relatore in numerosi congressi in ambito nutrizionale e docente nei corsi per il personale dell’AOU Senese.

DIETA E SALUTE MENTALE: UN LEGAME SOTTOVALUTATO MA FONDAMENTALE

L’attuale panorama globale della salute mentale evidenzia un’emergenza sanitaria di proporzioni senza precedenti: i disturbi mentali, neurologici e da uso di sostanze rappresentano oggi il peso maggiore tra tutte le malattie a livello mondiale. Con oltre 300 milioni di persone affette da depressione e una diagnosi di demenza ogni quattro secondi, la necessità di strategie preventive si fa sempre più urgente. In questo contesto, la nutrizione emerge come uno strumento di prevenzione modificabile ed efficace. L’approccio della psichiatria nutrizionale, una disciplina in rapido sviluppo, ha mostrato come l’alimentazione influenzi direttamente l’umore, il comportamento e la comparsa di disturbi psichiatrici. Le evidenze più recenti dimostrano che regimi alimentari di tipo occidentale, ricchi di alimenti ultra-processati, aumentano il rischio di sintomi depressivi e ansiosi, mentre una dieta di tipo mediterraneo, ricca di frutta, verdura, legumi, pesce e olio extravergine di oliva, può ridurre sensibilmente tale rischio. Gli studi longitudinali suggeriscono che le abitudini alimentari possono precedere la comparsa dei sintomi, rendendo l’intervento nutrizionale precoce un’opportunità concreta per migliorare la salute mentale globale.

OBESITÀ, DEPRESSIONE E DECLINO COGNITIVO: L’IMPATTO DELLA NUTRIZIONE SUL CERVELLO

Una delle connessioni più significative emerse negli ultimi anni è quella tra obesità, disturbi cognitivi e depressione, condizioni frequentemente compresenti e influenzate dalla qualità della dieta. È stato osservato che l’eccesso di peso in età adulta può raddoppiare il rischio di sviluppare demenza in età avanzata. Inoltre, anche soggetti giovani e normopeso ma con una cattiva regolazione glicemica mostrano deficit cognitivi, suggerendo che le alterazioni metaboliche precoci abbiano un ruolo chiave nel deterioramento delle funzioni mentali. A livello meccanicistico, si ipotizza che i danni vascolari causati da diete squilibrate possano compromettere il funzionamento cerebrale, aggravando la vulnerabilità a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Queste evidenze rafforzano l’idea che una nutrizione sana e bilanciata non sia utile solo per prevenire malattie cardiovascolari o diabete, ma anche per proteggere il cervello, favorendo una migliore regolazione dell’umore, della memoria e dell’apprendimento. Prevenzione, funzioni cognitive e regolazione metabolica rappresentano quindi ambiti prioritari in cui intervenire attraverso programmi dietetici mirati e sostenibili.

INTEGRATORI, MICROBIOTA E NEUROGENESI: LE NUOVE FRONTIERE DELLA PSICHIATRIA NUTRIZIONALE

Oltre alle modifiche dietetiche globali, le recenti ricerche hanno messo in luce il potenziale terapeutico di specifici nutraceutici, ovvero integratori alimentari con effetti benefici sulla salute mentale e cognitiva. Studi clinici controllati hanno mostrato che alcune sostanze naturali possono migliorare l’umore, la memoria e l’attenzione, intervenendo su meccanismi biologici come l’infiammazione, la funzione vascolare e l’attivazione cerebrale. Un altro ambito promettente è rappresentato dal microbiota intestinale, il complesso ecosistema di microrganismi che popolano l’intestino e che comunicano in modo bidirezionale con il cervello. Attraverso l’uso di probiotici e prebiotici, è possibile modulare questa comunicazione, influenzando positivamente il comportamento e i sintomi di numerosi disturbi psichiatrici. Parallelamente, la ricerca ha individuato nella neurogenesi ippocampale – ovvero la produzione di nuovi neuroni in una specifica area del cervello – un processo fortemente sensibile agli stimoli nutrizionali. Poiché l’ippocampo è centrale per la regolazione dell’umore e della memoria, promuovere la sua plasticità attraverso l’alimentazione può rappresentare una strategia chiave per il benessere mentale. Questi avanzamenti confermano che anche piccoli cambiamenti nell’ambiente nutrizionale possono generare benefici su larga scala in termini di salute mentale, benessere psicologico e qualità della vita.

BIBLIOGRAFIA

  1. Owen L, Corfe B. The role of diet and nutrition on mental health and wellbeing. Proc Nutr Soc. 2017;76:425–426.
  2. Jacka FN, O’Neil A, Opie R, et al. A randomised controlled trial of dietary improvement for adults with major depression (the SMILES trial). BMC Med. 2017;15:23.
  3. Stangl D, Thuret S. Impact of diet on adult hippocampal neurogenesis. Genes Nutr. 2009;4(4):271–282.

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