8-14 MARZO: SETTIMANA MONDIALE PER LA RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SALE

Noto a tutti come “sale da cucina” in chimica cloruro di sodio. Prodotto alimentare presente in tutte le nostre cucine e alla base di gran parte delle ricette della nostra tradizione. Utile nella “regolazione” dei sapori ma, sulla nostra salute? Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Martinelli

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in dietistica nel 2014; laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2016. Lavora presso l’UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Relatore in numerosi congressi in ambito nutrizionale e docente nei corsi per il personale dell’AOU Senese.

SALE: AL MASSIMO 5 GRAMMI AL GIORNO

Questa importante campagna di sensibilizzazione è promossa dalla World Action on Salt & Health (WASH). L’associazione è stata costituita nel 2005 per migliorare la salute delle popolazioni attraverso la graduale riduzione dell’assunzione di sale sino al raggiungimento dei limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ovvero 5g al giorno corrispondenti a 2g di sodio.

Come si evince dal sito del Ministero della salute, gli obiettivi principali preposti da WASH sono due:

  • Sensibilizzare i Governi sulla necessità di un’ampia strategia di popolazione multisettoriale in materia
  • Incoraggiare le aziende alimentari multinazionali a ridurre il sale nei loro prodotti, considerato che in molti Paesi circa il 60-80% del sale consumato non è aggiunto durante la cottura dei cibi o a tavola, ma è già presente in cibi processati e confezionati

L’ESPERTA: NECESSARIO L’IMPEGNO DI ISTITUZIONI E PROFESSIONISTI

“L’impegno delle istituzioni e di numerose aziende alimentari sta proseguendo per garantire ai cittadini scelte alimentari più salutari infatti, l’Intesa Stato-Regioni del 6 agosto 2020, ha dato il via al nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 che porterà avanti il grande lavoro fatto sino ad oggi”. Indica il dottoressa Barbara Martinelli, che afferma: “Un grande impegno in questa causa è richiesto a noi professionisti della nutrizione e della salute, che abbiamo a disposizione mezzi e conoscenze da offrire agli individui e renderli in grado di scegliere con consapevolezza stili di vita e alimentari adeguati al mantenimento di uno stato di salute ottimale.”

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ECCESSIVO CONSUMO DI SALE: I DATI

I dati riportati dal Ministero della Salute indicano una diffusione globale dell’eccessiva assunzione di sale. In alcune aree del mondo infatti il consumo medio raggiunge i 15g/die.

In Italia i valori sono inferiori, seppur sempre superiori ai limiti. Dall’ultima rilevazione, avvenuta tra il 2018-2019, si è osservata nel nostro paese una riduzione del consumo di sale complessiva del 12% passando dai 10.8g ai 9.5g negli uomini e dai 8.3 g ai 7.2g nelle donne.

Politiche volte alla riduzione del consumo di sale sono state attuate in seguito al DPCM del 4 maggio 2007 in cui, tramite il programma “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, sono stati siglati numerosi Protocolli d’intesa, tra Ministero della salute e associazioni di produttori artigianali e industriali, volti a ridurre il contenuto di sale in numerose categorie di prodotti alimentari.

CONSUMO DI SALE E SALUTE

L’impegno globale impiegato in questa campagna di prevenzione è giustificato dall’importante impatto che un eccessivo consumo di sale ha sulla salute.

Il problema noto a tutti è la correlazione tra eccessiva assunzione di cibi salati o aggiunta di sale alle pietanze e patologie cardiovascolari. Ma non è tutto, spesso infatti proprio un incremento dei valori pressori può avere ripercussioni sulla salute di altri organi.

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LO SAPEVI CHE:

  • RENI: la letteratura scientifica è molto chiara. Un eccessivo consumo di sale aggrava le patologie croniche renali, porta più precocemente alla necessità di trattamento dialitico e a aumenta il rischio di morte in pazienti nefropatici. Il fattore di maggior importanza è rappresentato dall’alterata funzionalità escretoria renale in pazienti nefropatici, pertanto -il sodio assunto- non è eliminato regolarmente e la sua ritenzione comporta un aumento dei valori di pressione arteriosa.
  • CUORE: un’alimentazione ricca in sale porta ad aumento di valori della pressione arteriosa in media di 5 mmHg andando ad aumentare il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari (angina pectoris, infarto miocardico, ecc.)
  • CERVELLO: le alterazioni circolatorie indotte da eccessivi consumi di sale aumentano il rischio di ictus cerebrale
  • OSSA: un’elevata assunzione di sale è un fattore di rischio ben noto per l’osteoporosi in quanto induce calciuria (escrezione di calcio tramite urine)
  • STOMACO: eccessivi consumi di sale comportano un’alterazione della viscosità delle mucose gastriche con conseguente incremento di formazione di composti cancerogeni quali il N- Nitroso. Inoltre si crea un ambiente favorente la colonizzazione dell’Helycobacter Pylori batterio che rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio di cancro dello stomaco
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BIBLIOGRAFIA

  1. Malta D., Petersen K. S., Johnson C., Trieu K., Rae S., Jefferson K., Santos J. A., Wong M. M. Y., Sudhir Raj T., Webster J., Campbell N. R. C., Arcand J. A. High sodium intake increases blood pressure and risk of kidney disease. From the science of Salt: A regularly updated systematic review of salt and health outcomes (August 2016 to March 2017). J Clin Hypertens, 2018 Dec
  2. Wong M. M. Y., Arcand J., A Leung A., Thout S. R., Cambpell N. R. C., Webster J. The science of salt: A regularly updated systematic review of salt and health outcomes (December 2015- March 2016). J Clin Hypertens, 2017 Mar
  3. Teucher B., Dainty J. R., Spinks C. A., Majsak-Newman G., et al. Sodium and bone helath: impact of moderately high and low salt intakes on calcium metabolism in postmenopausal women. J Bone Miner Res, 2008 Sep
  4. 8-14 marzo 2021, settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale”. Salute.gov.it

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