VECCHIAIA E ABUSO DI ALCOL: SEGNALI DA NON IGNORARE

Durante la vecchiaia, l’uso di alcol può diventare una risposta sbagliata a solitudine, perdita e disagio emotivo. Spesso visto come ansiolitico, l’alcol peggiora il sonno e amplifica i problemi psicologici dell’anziano. È fondamentale riconoscere i campanelli d’allarme come isolamento sociale, lutto o declino fisico, per prevenire abusi e promuovere il benessere. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Marco Bellini

Medico Chirurgo, specialista in Geriatria, Dottore di Ricerca in Farmacologia Clinica. Direttore della UOSA Cronicità e Fragilità negli Anziani presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese. Professore a Contratto presso la Scuola di Specializzazione in Geriatria e la Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università degli Studi di Siena. Ex Presidente del Comitato Scientifico A.S.P. Città di Siena. Membro del Direttivo Nazionale A.M.Ge

ALCOL E INVECCHIAMENTO: UN LEGAME PERICOLOSO NELL’ETÀ SENILE

Durante la vecchiaia, fase delicata della vita segnata da trasformazioni fisiche, emotive e relazionali, molti individui si trovano ad affrontare importanti cambiamenti esistenziali. Il naturale declino delle forze fisiche, l’insorgere di malattie croniche e la perdita progressiva dell’autonomia personale rappresentano sfide significative, che spesso si accompagnano a un senso di disorientamento e vulnerabilità. In questo contesto, alcuni anziani riescono a mantenere una sorprendente positività, trovando nuovi significati nella quotidianità. Tuttavia, non è raro che altri, sopraffatti dalla solitudine o da eventi traumatici, ricorrano a strategie disfunzionali per gestire il proprio malessere, come il consumo abituale di alcol.

L’abuso di alcol in età avanzata è una problematica sottovalutata, spesso mascherata da comportamenti considerati “normali” o attribuiti genericamente al processo di invecchiamento. Molti anziani, erroneamente convinti che l’alcol favorisca il rilassamento e il sonno, ne fanno uso per combattere l’insonnia o la tristezza. In realtà, l’alcol agisce negativamente sul ciclo del sonno, causando risvegli precoci e peggiorando la qualità del riposo. Anziché rappresentare una soluzione, l’assunzione di bevande alcoliche rischia di esacerbare le condizioni di disagio psicologico.

Spesso, dietro a un apparente bisogno di rilassamento, si nasconde un tentativo di anestetizzare emozioni dolorose o di colmare vuoti affettivi. L’alcol viene utilizzato per alleviare la depressione, l’ansia o l’isolamento, soprattutto in situazioni segnate da eventi critici come la morte del coniuge, il calo delle forze fisiche, la mancanza di salute, la carente rete familiare, la perdita del ruolo sociale o produttivo, e la sindrome del nido vuoto, ovvero l’allontanamento dei figli. Tutti questi fattori possono fungere da campanelli d’allarme, indicando una crescente fragilità emotiva che, se non riconosciuta e trattata, può sfociare in dipendenza da alcol.

Il tempo che si dilata senza più una routine significativa, l’assenza di obiettivi e il sentirsi inutili o dimenticati contribuiscono a generare sensazioni di perdita, rifiuto, solitudine e un pensiero ricorrente sulla morte. Questi stati d’animo, se trascurati, possono compromettere gravemente la salute mentale e fisica dell’anziano, rendendo urgente un intervento preventivo e terapeutico, anche attraverso programmi di sostegno psicologico, inclusione sociale e promozione del benessere relazionale.

Dementia: Both too much and too little alcohol may raise risk

L’ALCOLISMO NELL’ANZIANO

L’alcolismo tardivo dell’individuo anziano è un fenomeno subdolo, generalmente misconosciuto, che coinvolge una consistente minoranza di popolazione in età geriatria (oltre i 65 anni). Insorge in risposta per lo più a fattori di stress psicosociale ed a situazioni di generico disagio esistenziale. Le ricerche di settore suggeriscono che il problema è importante e in larga misura ignorato.

Gli alcolisti anziani vengono suddivisi in due categorie sulla base dell’epoca in cui si presume sia iniziato l’abuso alcolico:

  • Early-onset drinkers, coloro che hanno iniziato a bere in modo inadeguato nell’età giovanile e adulta
  • Late-onset drinkers, anziani che non provengono da precedenti abusi e che iniziano a bere in modo inadeguato quando sono già in età avanzata. Li abbiamo menzionati come bevitori tardivi o, anche, come bevitori reattivi perchè eccedono in risposta a fattori disturbanti, insiti in una realtà esistenziale cui non sanno adeguarsi. Consumo al di fuori dei pasti

Secondo la letteratura circa i 2/3 degli alcolisti anziani appartengono al primo sottogruppo.

Gli appartenenti alla categoria Late-onset drinkers, come si è accennato, chiedono all’alcool un “aiuto” contro i quotidiani e numerosi problemi della vecchiaia e, in particolare, cercano di utilizzarne gli effetti sedativi, antidepressivi e disinibenti. Esiste una significativa correlazione statistica tra depressione psichica ed alcolismo, quando l’anziano è portato a sperimentare tipiche sensazioni di perdita quali la morte del coniuge, la mancanza di salute, la diminuzione del vigore fisico, la carenza del supporto familiare e la privazione del ruolo sociale e produttivo.

Older people with alcohol dependence problems desperately ne... | MENAFN.COM

GLI ALCOLISTI TARDIVI

Gli alcolisti tardivi sono quindi anziani che non hanno alterazioni significative della personalità, ma soffrono per lo più di un notevole disagio psicosociale e riconoscono uno o più eventi esistenziali che hanno preceduto e scatenato l’inizio dell’abuso alcolico.

In linea generale questi soggetti non sono mai grandi etilisti, non bevono cioè in maniera smodata ed esorbitante, ma bevono in modo continuo e con una certa regolarità, quasi ingerissero un farmaco in dosi refratte.

Un’altra area di rischio importante per l’alcolista tardivo (anziano che ha iniziato a bere in età avanzata) è la malnutrizione, spesso questi individui sono dispeptici (soffrono di cattiva digestione), gastropatici o inappetenti. Vivono in ristrettezze economiche, candidandosi ad una alimentazione scarsa ed inadeguata (ipoalimentazione).

Gli alcolisti tardivi, i cui bisogni sono primariamente sociali, tendono a mascherare ed a nascondere la loro consuetudine per una sorta di pudore che impedisce loro di rivolgersi ad altri (medico compreso) per chiedere un aiuto diverso da quello che hanno trovato nell’alcol.

Per quanto riguarda il sesso femminile, occorre dire che, per tutta una serie di motivi, arriva a scoprire l’alcol in età più avanzata rispetto al sesso opposto. La più comune spiegazione di tale fenomeno è che nella nostra cultura l’alcolismo femminile è stato considerato sempre con minore indulgenza rispetto a quello maschile perché, evidentemente, ritenuto in grave contrasto con l’immagine tradizionale della donna.

L’alcol è una sostanza tossica. Con l’età quindi, la sensibilità agli effetti dell’alcol aumenta e gli anziani sono più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche a causa di una riduzione:

  • della superficie corporea
  • del rapporto liquidi/grassi corporei
  • del flusso sanguigno epatico
  • dell’efficienza degli enzimi epatici
  • un calo della reattività cerebrale
Alcohol Abuse Amongst The Elderly: A Complete Guide | Updated for 2022 -  Aging.com | Best Resources for Seniors

AUDIT-C

Un valido e semplice strumento di screening, composto da 3 sole domande, che permette di valutare il consumo di alcol e fornisce un contributo essenziale per l’identificazione precoce del consumo a rischio è costituito dall’AUDIT C.

1. Con quale frequenza consuma bevande alcoliche?

(0) punti = Mai

(1) punto = Meno di una volta / 1 volta al mese

(2) punti = 2-4 volte al mese

(3) punti = 2-3 volte a settimana

(4) punti = 4 o più volte a settimana

2. Quanti bicchieri standard di bevande alcoliche consuma in media al giorno?

(0) punti = 1 o 2

(1) punto = 3 o 4

(2) punti = 5 o 6

(3) punti = 7 o 9

(4) punti = 10 o più

3. Con quale frequenza le è capitato di bere sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione?

(0) punti = Mai

(1) punto = Meno di una volta / 1 volta al mese

(2) punti = 2-4 volte al mese

(3) punti = 2-3 volte a settimana

(4) punti = 4 o più volte a settimana

Punteggio: ≥ 5 per gli uomini o ≥ 4 per le donne = consumo a rischio e condizione per attuare l’intervento breve.

Questo semplice strumento può contribuire ad aiutare e ad assistere gli anziani in maniera personalizzata nel ridurre il consumo di bevande alcoliche o a smettere di bere, attraverso rinforzi positivi a coloro che si stanno astenendo dal consumo, informazioni sulle conseguenze del consumo di alcol ed intervento breve allo scopo di supportare la decisione di astenersi, o, qualora non sia possibile, ridurre il consumo di alcol.

RICORDA…

  • Per un consumo a basso rischio per la salute dell’anziano si raccomanda di non consumare più di un’unità alcolica al giorno ai pasti.
  • Per un consumo a basso rischio per la salute si consiglia di non consumare alcolici al di fuori dei pasti o a digiuno.
  • È raccomandabile non consumare in un’unica occasione vari bicchieri di bevande alcoliche.
  • Un anziano che assume farmaci, ha patologie mediche, si sente solo, ha avuto o ha problemi di alcolismo o altre dipendenze dovrebbe astenersi dal consumo di alcol.
  • Non esiste una dose minima di alcol che possa essere considerata sicura.

BIBLIOGRAFIA

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  4. Linee di indirizzo per gli operatori socio-sanitari finalizzate alla prevenzione e cura dei disturbi alcol-correlati nell’anziano – SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA. Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena;
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  6. EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità – Data di ultimo aggiornamento: 14 marzo 2019 Autori: Gruppo Tecnico Passi – Iss
  7. Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione (CREA) – Linee guida sana alimentazione (revisione 2018). BEVANDE ALCOLICHE: SE SI, SOLO IN QUANTITÀ CONTROLLATA
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