PARADOSSO COVID-19: AUMENTANO FAME ED OBESITÀ NEL MONDO

Natale è alle porte. Festoni, lucine e palline colorate addobbano le nostre case in attesa di ricevere amici e familiari per il cenone della vigilia o il pranzo di Natale. Ma mentre una parte del mondo è concentrata su come imbandire la tavola del 25 dicembre, milioni di persone soffrono di fame e malnutrizione a causa del Covid-19 e della guerra in Ucraina. Con un paradosso: l’aumento delle difficoltà di accesso alle risorse alimentari va di pari passo con l’aumento di obesità. Scopri perché con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliera-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

CAOVID-19: AUMENTANO FAME E MALNUTRIZIONE NEL MONDO

L’edizione 20202 del rapporto “Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo“, scritto congiuntamente da diverse agenzie delle Nazioni Unite, tra cui l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, l’OMS e il Programma alimentare mondiale, non ha dubbi: la Pandemia Covid-19 ha prodotto un effetto disastroso sui livelli globali di fame e malnutrizione.

Non solo. I mesi che ci hanno costretto a stare chiusi in casa e limitare i contatti con gli altri, hanno prodotto scorretti comportamenti alimentari con il risultato di un incremento del sovrappeso e dell’obesità.

I dati forniti dal rapporto dimostrano una regressione degli sforzi per porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme. Nel 2021 circa 828 milioni di persone sono state colpite dalla fame, con un aumento di 150 milioni dal 2019. Quasi 924 milioni di persone hanno affrontato gravi livelli di insicurezza alimentare nel 2021, 207 milioni in più rispetto al 2019.

La Pandemia COVID-19 ha interrotto le catene di approvvigionamento e causato molti danni economici, l’aumento dei prezzi del carburante sta guidando l’inflazione e stiamo vedendo anche gli effetti dell’emergenza climatica. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina. Entrambi i Paesi sono i principali esportatori di cereali. La Russia è anche un importante produttore di fertilizzanti, i cui prezzi erano già in aumento prima dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022.

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UN FUTURO INCERTO

Anche le previsioni per il futuro disegnano uno scenario che continua ad essere negativo ed annulla gli sforzi fatti prima della Pandemia. Ci si aspetta che il rapporto del 2023 mostri altri 50 milioni o più di persone colpite dalla fame.

Anche se la guerra in Ucraina finisse oggi, ci vorrà del tempo prima che i prezzi di alimenti, fertilizzanti ed energia scendano di nuovo. E per almeno un anno assisteremo a sostanziali carenze di grano se consideriamo che la stagione della semina in Ucraina si è svolta a malapena quest’anno.

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IL PARADOSSO: AUMENTA L’OBESITÀ

L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura prevede che 669 milioni di persone saranno colpite dalla fame nel 2030, 78 milioni in più di quanto sarebbe stato se la pandemia non si fosse verificata. Se questa situazione si verificasse, significherebbe che la proporzione della popolazione mondiale che affronta la fame non si è spostata dal 2015, quando è stato fissato l’obiettivo di sviluppo sostenibile di porre fine alla fame entro il 2030.

Se da un lato malnutrizione e fame colpiscono milioni di persone, altrettante sono colpite da obesità, soprattutto i più giovani.

L’obesità è in aumento in ogni regione del mondo avvertono dal dipartimento di nutrizione e sicurezza alimentare dell’OMS. In attesa di dati aggiornati, il mondo scientifico teme un incremento della patologia come probabile risultato del confinamento di adulti e bambini nelle loro case per mesi. In Perù, la prevalenza del sovrappeso nei bambini di età inferiore ai 5 anni è aumentata dall’8,1% nel 2019 al 10,6% nel 2020.

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DIETA PER LA SALUTE: UNA SOLUZIONE DI SISTEMA

Nel 2020, più di 3 miliardi di persone non erano in grado di permettersi una dieta nutriente, con un aumento di 112 milioni rispetto alle cifre del 2019.

Ma esiste una soluzione “di sistema”? “Dobbiamo agire sul sistema alimentare. Non vediamo un numero sufficiente di paesi attuare politiche sull’etichettatura degli alimenti, tasse sulle bevande zuccherate o regolamenti sulla commercializzazione di prodotti ad alto contenuto di grassi, zucchero o sale per i bambini”, sottolinea la dottoressa Barbara Paolini, responsabile scientifica di Cibum

“Se una città, uno stato o un governo nazionale – prosegue Paolini – acquistasse solo pasti nutrienti ed equilibrati per le scuole, le carceri o i sistemi sanitari sotto il loro controllo, invierebbe un segnale potente alle imprese e ai responsabili politici. Aumentare la disponibilità e l’accessibilità economica di diete sane, attraverso l’adeguamento degli incentivi economici, è stato un obiettivo chiave dello stato di avanzamento del 2022 rapporto sulla sicurezza alimentare. Ogni anno i governi nazionali forniscono sostegno al settore agroalimentare per un importo di quasi 630 miliardi di dollari USA. Destinare parte di queste risorse per la produzione e l’accesso a cibi nutrienti come frutta e verdura, non solo produrrebbe un beneficio per la salute ed i sistemi sanitari mondiali, ma sarebbe un incentivo alla biodiversità ed alla lotta al cambiamento climatico”.

BIBLIOGRAFIA

  1. Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo

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