NUTRIENTI PER LA SALUTE MENTALE: I PIÙ EFFICACI SECONDO LA SCIENZA

I nutrienti per la salute mentale come vitamina D, L-metilfolato e NAC mostrano benefici significativi su depressione, disturbo bipolare e funzioni cognitive. Agiscono su infiammazione, neurotrasmettitori (dopamina, serotonina), glutatione e metabolismo cerebrale. Sono utili in caso di carenze nutrizionali, resistenza agli SSRI e mutazioni MTHFR. Crescono le evidenze sul loro uso come supporto integrato alla terapia psichiatrica. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Katia Gennai

Dietista. Ha conseguito il Diploma di Tecnico in Dietologia e Dietetica Applicata nel 1994; laurea triennale in dietistica nel 2004. Lavora presso l’UOSA di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Docente nel corso di laurea in Dietistica.

OMEGA-3 EPA: L’INTEGRATORE PIÙ PROMETTENTE PER IL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE

Sempre più ricerche stanno dimostrando come gli acidi grassi omega-3, in particolare l’EPA (acido eicosapentaenoico), possano rappresentare un valido aiuto naturale per affrontare la depressione maggiore. Questo tipo di omega-3 si trova principalmente nei pesci grassi come salmone, sgombro e sardine, ma può essere assunto anche attraverso integratori specifici, spesso consigliati in aggiunta ai comuni antidepressivi SSRI. Diversi studi hanno osservato che l’EPA funziona meglio del DHA, un altro acido grasso della stessa famiglia, probabilmente perché ha un effetto più diretto sull’infiammazione, che oggi sappiamo essere spesso collegata a disturbi dell’umore. Le persone con un profilo infiammatorio alto, cioè con livelli elevati di sostanze pro-infiammatorie nel sangue, sembrano rispondere particolarmente bene a questo tipo di integrazione. Ma come agisce l’EPA? Contribuisce a ridurre l’infiammazione nel cervello, migliora la fluidità delle membrane dei neuroni e favorisce una comunicazione più efficace tra le cellule nervose. Inoltre, influisce positivamente sulla produzione di dopamina e serotonina, due sostanze fondamentali per mantenere l’umore stabile e contrastare la tristezza profonda. Non si tratta di una cura “magica”, ma di un valido supporto, soprattutto se usato all’interno di un percorso terapeutico completo. In più, l’omega-3 EPA potrebbe avere un ruolo importante anche nella prevenzione delle ricadute depressive, in particolare nei pazienti con disturbi metabolici o condizioni infiammatorie croniche, come il diabete o le malattie autoimmuni. In questi casi, infatti, la connessione tra infiammazione e cervello è ancora più forte, e l’intervento dell’EPA può contribuire a ristabilire un equilibrio più sano, sia a livello fisico che emotivo.

VITAMINA D, FOLATI E NAC: I NUOVI NUTRIENTI PER LA SALUTE MENTALE

Accanto ai più noti acidi grassi omega-3, la scienza sta evidenziando il ruolo sempre più rilevante di altri nutrienti per la salute mentale, capaci di sostenere in modo naturale l’equilibrio emotivo e migliorare i sintomi della depressione. Tra questi spicca la vitamina D, che mostra benefici significativi soprattutto nei soggetti con carenza, ossia con livelli di 25OHD inferiori a 50 nmol/L. Questo micronutriente agisce direttamente nel cervello grazie alla presenza dei recettori VDR e contribuisce a regolare l’asse HPA, implicato nella risposta allo stress, ridurre l’infiammazione sistemica e migliorare l’efficienza del sistema immunitario a livello cerebrale. Un altro elemento chiave sono i folati, in particolare nella loro forma attiva L-metilfolato, capace di intervenire sul metabolismo dell’omocisteina e di favorire la produzione di S-adenosilmetionina (SAMe), essenziale per il corretto funzionamento dei neurotrasmettitori come dopamina, serotonina e noradrenalina. Questa forma attiva di folato è particolarmente utile nei pazienti con mutazioni del gene MTHFR o con scarsa risposta agli antidepressivi SSRI. Un ruolo di primo piano spetta anche alla N-acetilcisteina (NAC), un potente precursore del glutatione, il principale antiossidante del sistema nervoso centrale, che ha dimostrato efficacia non solo nella depressione, ma anche nel disturbo bipolare, migliorando l’umore, la motivazione e il funzionamento quotidiano. Inoltre, la NAC mostra risultati promettenti nei disturbi ossessivo-compulsivi e nelle dipendenze, grazie alla sua azione sulla modulazione del glutammato e sull’attività dei neuroni nella corteccia prefrontale, una regione del cervello fondamentale per il controllo degli impulsi, delle emozioni e della motivazione.

NUTRIZIONE E SALUTE MENTALE: DOVE LE EVIDENZE SONO FORTI E DOVE SERVONO STUDI PIÙ SOLIDI

Nel crescente interesse per l’uso di nutrienti per la salute mentale, la ricerca ha iniziato a distinguere chiaramente tra sostanze supportate da solide basi scientifiche e altre ancora oggetto di indagini preliminari. Tra i supplementi con i dati più consistenti emergono l’EPA, una forma di omega-3, la N-acetilcisteina (NAC), la vitamina D e il L-metilfolato, tutti accomunati da risultati clinici promettenti e da meccanismi d’azione biologicamente plausibili. Tuttavia, per molti altri integratori spesso al centro di campagne pubblicitarie – come lo zinco, la SAMe, alcuni probiotici e vari aminoacidi – le evidenze sono ancora limitate, contraddittorie o metodologicamente deboli. In numerosi casi, gli studi disponibili sono troppo piccoli, utilizzano campioni eterogenei o non considerano elementi cruciali come la carenza nutrizionale individuale, la standardizzazione dei dosaggi o l’interazione con farmaci e dieta. Inoltre, diverse meta-analisi non distinguono in modo chiaro tra l’utilizzo degli integratori in monoterapia e il loro impiego come supporto alle terapie standard, rischiando così di generare conclusioni poco affidabili. Tutto ciò evidenzia la necessità urgente di studi clinici rigorosi, meglio disegnati e personalizzati, che includano la validazione di biomarcatori come l’infiammazione e i livelli plasmatici dei nutrienti, e che seguano l’evoluzione dei sintomi nel tempo. In definitiva, i nutrienti per la salute mentale non sono soluzioni miracolose, ma strumenti complementari che, se usati con intelligenza clinica e basati su criteri scientifici solidi, possono contribuire in modo significativo a un approccio più integrato, personalizzato e multidisciplinare alla cura dei disturbi psichiatrici.

BIBLIOGRAFIA

  1. Islam A, Amin MN, Siddiqui SA, et al. Trans fatty acids and lipid profile: a serious risk factor to cardiovascular disease, cancer and diabetes. Diabetes Metab Syndr. Mar-Apr 2019.
  2. Mischoulon D, Freeman MP. Omega-3 fatty acids in psychiatry. Psychiatr Clin North Am. Mar 2013.
  3. Sarris J, Murphy J, Mischoulon D, et al. Adjunctive Nutraceuticals for Depression: A Systematic Review and Meta-Analyses. Am J Psychiatry. Jun 2016.

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