LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE (IBS)

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Consulenza scientifica

Massimo Vincenzi

Medico specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Scienza dell'Alimentazione e Medicina dello Sport. Responsabile del servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della San Pier Damiano Hospital, Faenza (Ravenna). Vicesegretario Nazionale dell'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Coordinatore dei Gruppi di Studio e dell'Area Web dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI. Membro dell'American Gastroenterological Association (AGA) e Fellows ship dell'American Gastroenterological Association (AGAF). Componente dell’Editorial Committee del Mediterranean Journal of Nutrition and Metabolism.

COS’È?

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è il disturbo gastrointestinale funzionale più comune nel mondo occidentale. È una condizione multifattoriale che coinvolge la genetica, le risposte fisiologiche e psicologiche allo stress, la dieta, l’età, l’origine geografica, le infezioni e l’uso di antibiotici.

I sintomi dell’IBS sono correlati alla dismotilità gastrointestinale (GI), all’ipersensibilità, all’attivazione immunitaria e ai cambiamenti nella composizione e nella funzione dei batteri intestinali (il microbiota) e della barriera mucosa intestinale.

IL GUT-BRAIN AXIS

Le azioni integrate e la comunicazione tra il microbiota e il sistema nervoso autonomo sono attori centrali nella perpetuazione dei sintomi dell’IBS. Questa via di segnalazione è chiamata Gut-Brain Axis (GBA).

Il GBA è un sistema bidirezionale di comunicazione neuroumorale che integra le funzioni cerebrali e gastrointestinali, come la motilità intestinale, l’appetito e il microbiota gioca un ruolo fondamentale.

L’ESPERTO: LA DISBIOSI

“La rottura della relazione simbiotica fisiologica (eubiosi) tra l’ospite umano e il microbiota si chiama disbiosi ed è considerata un fattore fondamentale per l’avvio e il mantenimento dell’IBS nella maggior parte dei pazienti – indica il Dottor Massimo Vincenzi – che afferma: Le prove attuali hanno suggerito che la disbiosi osservata nell’IBS e la conseguente risposta immunologica possono guidare e perpetuare i sintomi gastrointestinali dell’IBS, suggerendo che l’IBS sia in realtà una patologia del microbiota e del GBA. Non è chiaro se il fattore scatenante siano anomalie cerebrali che guidano i cambiamenti dell’intestino o se i cambiamenti nell’intestino alterano la funzione cerebrale attraverso percorsi vagali e simpatici.”

LE VARIANTI DELL’IBS

Si stima che circa il 10% della popolazione mondiale e il 15% della popolazione nel mondo occidentale soffrano di IBS caratterizzata da una combinazione di dolore addominale ricorrente, gonfiore, consistenza delle feci variabile come diarrea (IBS -C), o diarrea alternata con costipazione (di tipo misto o IBS-M), secrezione di muco e nausea.

I dati della letteratura indicano che M è il tipo più diffuso seguito da IBS-D e IBS-C e che comunque è possibile un shift tra i vari sottotipi. Il gonfiore è il sintomo più diffuso riportato dal 96% dei pazienti con IBS di qualsiasi sottogruppo. Oltre ai sintomi addominali, si osservano spesso disturbi del sonno, mal di testa, dispepsia, affaticamento e depressione.

LA DISBIOSI NEL MICROBIOTA

La disbiosi nel microbiota e la successiva disfunzione nel GBA determinano cambiamenti nella motilità intestinale e secrezione che contribuisce all’ipersensibilità viscerale e alle alterazioni cellulari del sistema entero-endocrino e del sistema immunitario.

È stato dimostrato che le alterazioni nel microbiota per quanto riguarda l’instabilità e la ridotta diversità frequentemente osservate nell’IBS post-infettiva spesso coesistono con una eccessiva crescita batterica dell’intestino. La patogenesi dell’ipersensibilità viscerale che viene riscontrata nell’IBS è considerata una conseguenza della disbiosi in termini di disregolazione del GBA.

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