IL MICROBIOMA CUTANEO: UN DELICATO ECOSISTEMA DA PRESERVARE

Abbiamo imparato molto sull'importante ruolo del microbioma intestinale per la salute umana. Tuttavia, anche la pelle, l'organo più esteso del corpo, ospita una propria comunità microbica. Quest'ultima è particolarmente esposta agli stress esterni, specialmente in estate a causa del caldo, dell'umidità e dell'esposizione ai raggi solari. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

GLI EFFETTI DEL SOLE SUL MICROBIOMA CUTANEO

La luce solare promuove la produzione di vitamina D e migliora l’umore, ma provoca un prematuro invecchiamento cellulare e aumenta il rischio di tumori della pelle.

Ma attenzione. Recenti studi hanno dimostrato che lunghe esposizioni al sole, in spiaggia o in montagna, danneggiano il microbioma cutaneo riducendone la biodiversità microbica. Tale effetto è temporaneo e reversibile: dopo una settimana al mare, il microbioma cutaneo impiega circa un mese per ripristinare i livelli precedenti all’esposizione.

Recenti ricerche hanno dimostrato che i raggi UV danneggiano il DNA batterico riducendo la diversità microbica cutanea. In particolare, i raggi UVA (315-400 nm) risultano maggiormente lesivi per il microbioma rispetto ai raggi UVB (280-315 nm). Studi genomici hanno inoltre evidenziato come alcune specie batteriche, come Staphylococcus epidermidis, siano più resistenti agli effetti del sole grazie a particolari adattamenti genetici.

IMPATTO SOLARE SUL MICROBIOMA CUTANEO

In questo studio pubblicato su Frontiers in Aging, i ricercatori dell’Università di Manchester hanno valutato le variazioni del microbioma cutaneo in soggetti esposti al sole per una settimana.

La pelle umana ospita oltre 2 milioni di microrganismi per centimetro quadrato, principalmente batteri saprofiti in equilibrio. Recenti studi hanno identificato oltre 1000 specie batteriche residenti sulla pelle, la cui composizione varia in base alla regione anatomica. I generi batterici più abbondanti sono Staphylococcus, Propionibacterium e Corynebacterium.

Questo complesso microbiota cutaneo svolge un’importante azione protettiva nei confronti di agenti patogeni, producendo metaboliti antimicrobici. Inoltre, comunica attivamente con il sistema immunitario per modulare la risposta infiammatoria. Disturbi del microbiota cutaneo sono stati associati a condizioni infiammatorie croniche della pelle come la psoriasi e dermatite atopica.

Alcuni batteri residenti, come Staphylococcus epidermidis, producono inoltre sostanze nutritive per gli cheratinociti, promuovendo l’omeostasi cutanea. Alterazioni ambientali possono disturbare questo delicato equilibrio microbico cutaneo scatenando infiammazioni o infezioni cutanee. L’esposizione prolungata ai raggi UV, sebbene utile per contenere alcune patologie della pelle, danneggia i batteri fotossensibili come i proteobatteri.

I FATTORI CHE INFLUENZANO IL MICROBIOMA CUTANEO

Oltre al sole, fattori come sudorazione eccessiva, sovrappeso, abbigliamento inadeguato, attività fisica e lavorative possono stressare il microbioma cutaneo. Disturbi cutanei come iperidrosi, acne, dermatite seborroica e micosi sono spesso legati a squilibri microbici. La fototerapia, sfruttando specifiche lunghezze d’onda della luce, è utile per trattare eczemi, psoriasi e altre patologie cutanee proprio riequilibrando il microbioma.

Uno studio ha dimostrato che l’uso prolungato di deodoranti altera la composizione microbica ascellare aumentando i rischi di dermatite. Inoltre, alcune ricerche hanno evidenziato come lo stress psicofisico cronico, attraverso la produzione di cortisolo, riduca la diversità batterica cutanea favorendo l’insorgenza di infiammazioni.

Anche l’utilizzo eccessivo di prodotti per l’igiene personale come saponi e detergenti, sebbene necessari, se usati troppo frequentemente possono danneggiare il film idrolipidico cutaneo alterando il microbioma.

Diversi studi clinici hanno inoltre dimostrato che alcune terapie antibiotiche sistemiche a lungo termine, sebbene utili per alcune patologie, influenzano negativamente anche la microflora cutanea aumentando il rischio di sovrainfezioni. Infine, alcune ricerche suggeriscono che fattori genetici e ambientali nella prima infanzia possono condizionare in modo permanente lo sviluppo del microbioma cutaneo.

BILANCIARE L’ESPOSIZIONE SOLARE PER SALVAGUARDIARE IL MICROBIOMA CUTANEO

Per godere dei benefici del sole senza compromettere la salute della pelle è fondamentale bilanciare correttamente l’esposizione ai raggi UV. Le condizioni climatiche estreme richiedono una maggiore attenzione agli effetti del caldo e del sole sul delicato ecosistema microbico cutaneo.

Per preservare il delicato equilibrio microbico cutaneo è consigliabile:

  • Esporsi al sole graduamente, evitando le ore più calde
  • Utilizzare creme solari ad alto fattore di protezione UVA/UVB
  • Applicare la protezione solare ogni 2 ore e dopo il bagno
  • Fare attenzione alle zone più sensibili come viso, orecchie, labbra e cuoio capelluto
  • Bere frequentemente acqua per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione
  • Indossare cappelli e indumenti traspiranti nelle giornate molto assolate
  • Non esporsi al sole dopo l’applicazione di cosmetici fotosensibilizzanti
  • Sottoporsi a controlli dermatologici periodici per rilevare precocemente eventuali alterazioni cutanee.

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