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CALDO ESTIVO E REFLUSSO GASTROESOFAGEO: UN’EMERGENZA SOTTOVALUTATA MA CURABILE
Con l’arrivo delle alte temperature estive, non è solo la pelle a risentirne: anche l’apparato digerente può subire contraccolpi significativi, specialmente per chi soffre di reflusso gastroesofageo. Secondo recenti dati, circa un italiano su quattro sperimenta un peggioramento dei sintomi durante i mesi più caldi, a causa di una combinazione di fattori che includono disidratazione, cambiamenti nelle abitudini alimentari e un rallentamento generale della digestione. Questo quadro peggiora ulteriormente quando si aggiungono eccessi alimentari tipici delle vacanze estive, come pasti più abbondanti, ricchi di grassi, zuccheri e alcol.
Questa condizione, che coinvolge fino al 20% della popolazione nazionale – circa 11,5 milioni di persone – ha un impatto significativo soprattutto in regioni come la Campania, dove i soggetti affetti sarebbero tra 850mila e 1,1 milioni. Il calore intenso, associato a uno stile di vita più disordinato, agisce infatti da moltiplicatore dei disturbi, acuendo bruciore di stomaco, rigurgito acido e altri sintomi tipici del reflusso.
Quando i trattamenti farmacologici non risultano efficaci, oggi esistono valide alternative nel campo della chirurgia digestiva funzionale. Le nuove tecniche, sempre più personalizzate e mininvasive, rappresentano una soluzione concreta per i pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali. Proprio su questo tema si sono confrontati i massimi esperti italiani durante il secondo congresso “Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting”, tenutosi a Napoli presso l’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli, con il supporto della Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (SIUCP).

COSA È IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO E PERCHÉ PEGGIORA IN ESTATE
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo funzionale dell’apparato digerente che rientra nelle cosiddette patologie senza causa organica evidente, ma con un impatto significativo sulla qualità della vita. Si tratta di un’alterazione nella normale funzione del tratto digestivo, in particolare a livello della giunzione esofago-gastrica, dove il cibo dovrebbe fluire solo in una direzione: dallo stomaco verso l’intestino. Quando invece i succhi gastrici risalgono verso l’esofago, si manifestano sintomi come bruciore retrosternale, rigurgito acido e dolore toracico.
A contribuire alla comparsa del reflusso possono essere diverse condizioni anatomiche e funzionali. Tra queste spiccano il malfunzionamento del cardias – la valvola che separa esofago e stomaco – e la presenza di ernia iatale, una situazione in cui parte dello stomaco spinge attraverso il diaframma e si posiziona nel torace. Anche fattori legati allo stile di vita, come alimentazione sbilanciata e sovrappeso, aumentano la pressione intra-addominale, favorendo il reflusso.
Durante l’estate, i sintomi tendono a peggiorare. Le alte temperature causano disidratazione, riducendo la diluizione dei succhi gastrici e rendendo il contenuto dello stomaco più acido. Inoltre, l’alimentazione estiva spesso si arricchisce di cibi freddi, grassi o speziati, che irritano la mucosa gastrica. Il calore influisce anche sulla motilità intestinale, rallentando la digestione e generando gonfiore, pesantezza e nausea. L’eccessiva sudorazione estiva, infine, porta a perdita di elettroliti, con un impatto negativo sulla funzione digestiva.
Il primo approccio terapeutico è di tipo comportamentale e nutrizionale. È fondamentale adottare una dieta anti-reflusso, evitando alimenti noti per peggiorare i sintomi, come cibi fritti, formaggi stagionati, insaccati, agrumi, menta, cioccolato e bevande gassate o alcoliche. Inoltre, è utile frazionare i pasti, mangiare lentamente e non coricarsi subito dopo aver mangiato. Nei casi in cui questi accorgimenti non siano sufficienti, il trattamento farmacologico o chirurgico può offrire soluzioni più efficaci e durature.

CHIRURGIA DEL REFLUSSO GASTROESOFAGEO: LE TECNICHE INNOVATIVE PER UNA CURA DEFINITIVA
Quando le terapie conservative non bastano e il reflusso gastroesofageo si manifesta in forma cronica o severa, causando disagio quotidiano e richiedendo l’uso prolungato di farmaci, la chirurgia digestiva rappresenta un’opzione terapeutica risolutiva e sempre più personalizzata. È essenziale, tuttavia, una diagnosi precisa per comprendere le cause sottostanti del disturbo e selezionare l’intervento più adatto. I principali strumenti diagnostici includono la gastroscopia (per osservare direttamente la mucosa dell’esofago e dello stomaco), la pH-metria esofagea delle 24 ore (che misura l’acidità lungo l’esofago) e la manometria (utile per valutare la funzione dello sfintere esofageo inferiore e la motilità del tubo digerente).
Tra gli interventi più collaudati figura la Fundoplicatio secondo Nissen, in cui la parte superiore dello stomaco viene avvolta intorno all’esofago per rinforzare la barriera antireflusso. Questa procedura riduce efficacemente il rigurgito e l’acidità, pur essendo associata talvolta a effetti collaterali come disfagia temporanea. Per migliorare il comfort post-operatorio e ottenere risultati più prevedibili, alcuni centri adottano lo sfintere magnetico esofageo: un anello di perline in titanio posizionato in laparoscopia che sfrutta la forza magnetica per aprirsi al passaggio del cibo e chiudersi per impedire il reflusso. Il vantaggio principale di questa tecnica è una riduzione significativa della difficoltà a deglutire, con una maggiore precisione nell’esecuzione dell’intervento.
Una delle innovazioni più recenti è il sistema Reflux Stop, un dispositivo in silicone dalle dimensioni contenute – simili a una moneta da un euro – impiantato sempre tramite chirurgia mininvasiva. Questo strumento ripristina il corretto funzionamento dello sfintere esofageo senza esercitare pressione diretta, minimizzando così gli effetti collaterali tipici delle tecniche tradizionali e consentendo una ripresa più rapida del paziente.
Grazie a questi approcci moderni e su misura, la chirurgia per il reflusso non è più una soluzione di ultima istanza, ma una strada concreta per migliorare la qualità della vita dei pazienti, offrendo trattamenti duraturi, efficaci e sempre più sicuri.
BIBLIOGRAFIA
- Gyawali CP, Fass R. Management of Gastroesophageal Reflux Disease. Gastroenterology, 2018.
- Schlottmann F, Patti MG. Surgical treatment of GERD: current options and controversies. World J Surg, 2021.
- Rona K, Bravi I, Cestari R, et al. Magnetic sphincter augmentation for gastroesophageal reflux disease. J Neurogastroenterol Motil, 2022.
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