CAFFÈ: FINO A 5 TAZZINE PER UNA AZIONE ANTIOSSIDANTE UTILE ALLA SALUTE

Il caffè è stato introdotto per la prima volta in Europa sull'isola di Malta, parte del Regno di Sicilia, nel XVI secolo, attraverso la schiavitù. Da questo momento ne ha fatta di strada, tanto da essere una delle bevande più consumate nel vecchio continente ed essere studiata per i suoi benefici per la salute. In particolare per il suo effetto antiossidante e antinfiammatorio. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

caffè-antiossidante

Consulenza scientifica

Vanessa Valeri

Biologo Sanitario. TSLB presso la UOS di Farmaco-Tossicologia - UOC di Patologia Clinica AOU Senese. Esperta in ambito chimico-farmatossicologico.
Dal 2013 collabora con le CML (commissioni mediche locali) di Siena, Arezzo e Grosseto. Dal 2016 perito presso le di consulenza tecnica c/o i Tribunali e Procure della Repubblica di Arezzo, Siena e Viterbo. Membro della società SIBIOC.

CAFFÈ: IN EUROPA FIN DAL XVI SECOLO

Fino al XIX secolo non era certo quale fosse il luogo di origine della pianta del caffè e, oltre all’Etiopia, si ipotizzava la Persia e lo Yemen. Pellegrino Artusi, nel suo celebre manuale “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, sostiene che il miglior caffè sia quello di Mokha (città nello Yemen), e che questo sarebbe l’indizio per individuarne il luogo d’origine.

Il caffè è stato introdotto per la prima volta in Europa sull’isola di Malta, parte del Regno di Sicilia, nel XVI secolo, attraverso la schiavitù. Gli schiavi musulmani turchi erano infatti stati imprigionati dai Cavalieri di San Giovanni nel 1565, l’anno del Grande Assedio di Malta, e lo usavano per preparare la loro bevanda tradizionale.

Nel Settecento ogni città d’Europa possedeva almeno un caffè.

La coltivazione del caffè, ovvero la caffeicoltura, costituisce un’attività molto rilevante nell’economia nazionale per molti Stati, ad esempio Brasile, Costa Rica, Cuba, El Salavador, Etiopia, Guatemala e Messico.

Le specie di caffè coltivate su grande scala sono tre: Coffea arabica, Coffea canefora, e in minor misura, Coffea liberica.

Le specie differiscono per gusto, contenuto di caffeina, ed adattabilità a climi e terreni diversi da quelli di origine.

CAFFÈ: L’AZIONE ANTIOSSIDANTE

Considerando che il caffè e il tè sono le bevande più popolari consumate in tutto il mondo, e contengono caffeina, diversi studi dimostrano che il caffè contiene anche una miscela complessa di composti bioattivi con meccanismi biologici che sono plausibili a beneficio della salute, ed è stato dimostrato che contribuisce ad una grande percentuale di assunzione giornaliera di antiossidanti alimentari, maggiore del tè, frutta e verdura.

L’acido clorogenico è l’antiossidante più abbondante nel caffè e sebbene sia degradato dalla tostatura, si formano composti organici antiossidanti alternativi. La caffeina ha, anche lei, significativi effetti antiossidanti così da poter dire che si possono consumare 4-5 tazzine giornaliere di caffè, senza avere il timore di superare i 400 mg di caffeina. Secondo il responso di una revisione dei lavori presenti in letteratura pubblicata sul New England Journal Magazine of Medicine chi consuma in media 2 tazzine al giorno di caffè i benefici sono in realtà superiori ai rischi.

Infatti gli effetti antiossidanti e antinfiammatori sono anche probabilmente responsabili del meccanismo alla base delle associazioni benefiche tra consumo di caffè e fibrosi epatica, cirrosi e cancro al fegato.

Inoltre diversi studi dimostrano che al consumo moderato di caffè è stata associata una riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, insufficienza cardiaca e sembra mostrare, anche, una riduzione del rischio al diabete di tipo 2 (caffè senza zuccheri): noti derivati dell’acido clorogenico che sono antiossidanti e agenti ipoglicemici.

ECCESSO DI CAFFÈ: RISCHI PER LA SALUTE

I principali effetti collaterali indesiderati sono costituiti da palpitazioni con incremento della frequenza del battito cardiaco, ansia, irrequietezza, aumento del bisogno di urinare, tremito alle mani e disturbi gastroenterici. L’effetto stimolante della caffeina risente molto della tolleranza individuale, per cui risulta difficile stabilire un dosaggio oltre il quale questo si manifesta con certezza. Esistono infatti individui che mal tollerano anche 50 mg di caffeina mentre ci sono alcuni che introducono nell’organismo, attraverso gli alimenti che la contengono (essenzialmente caffè), quantità giornaliere dell’ordine anche del grammo.

Nella letteratura medica i casi documentati di decessi per intossicazione acuta di caffeina sono relativamente pochi (circa 20), e la maggior parte di essi è stata provocata da massiva ingestione di pillole dietetiche e stimolanti in soggetti giovani non affetti da cardiopatie o alterazioni cardiache note. Le concentrazioni ematiche rilevate superavano i 25 μg/ml. Tra gli effetti nocivi di breve termine su adulti e bambini possono verificarsi disturbi del sistema nervoso centrale come sonno interrotto, ansia e variazioni del comportamento; nelle donne in gravidanza può portare a un ridotto sviluppo del feto.

L’EFSA, l’Authority per la sicurezza alimentare con sede a Parma, ha pubblicato un proprio parere scientifico sulla sicurezza della caffeina ed emerge che il consumo quotidiano fino a 4-5 tazzine di caffè ”non dà adito a problemi di sicurezza” negli adulti sani, che seguono una dieta equilibrata in associazione all’ esercizio fisico. Diverso e’ il discorso per le donne in gravidanza che devono limitare l’assunzione di caffeina a due tazze di moka, o due tazze e mezzo di espresso; queste le dosi considerate sicure per il feto. Per la quantità di caffeina in bambini e adolescenti viene proposto un livello di sicurezza di 3 mg per peso corporeo al giorno, ovvero una quantità tale che deve considerare anche il consumo di “bevande energetiche” tè, cioccolato, bevande al cacao, alcuni soft drink e bibite analcoliche a base di cola.

BIBLIOGRAFIA

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  4. Caffeina: l’EFSA ne stima il livello di sicurezza per il consumo EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA)2,3European Food Safety Authority (EFSA), Parma, Italy Maggio 2015
  5. Coffee, caffeine and health, New England Journal of Medicine
  6. Dose–response meta analysis on coffee, tea and caffeine consumption with risk of Parkinson’s disease, Geriatrics, Gerontology International
  7. Coffee consumption and risk of dementia and Alzheimer’s disease: a dose-response metaanalysis of prospective studies, Nutrients
  8. Association of coffee drinking with total and cause-specific mortality, New England Journal of Medicine
  9. Maternal caffeine intake during pregnancy and risk of pregnancy loss: a categorical and dose-response meta-analysis of prospective studies, Public Health Nutrition

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