CI BEVIAMO UN CAFFÈ?

"Ci vorrebbe un buon caffè" è una frase semplice, ma talmente comune da riassumere in poche parole il profondo rapporto che ci lega ad esso. Una bevanda largamente consumata, utile alla salute del nostro organismo, soprattutto per il suo contenuto di caffeina. Scopri come con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

caffè

Consulenza scientifica

Vanessa Valeri

Biologo Sanitario. TSLB presso la UOS di Farmaco-Tossicologia - UOC di Patologia Clinica AOU Senese. Esperta in ambito chimico-farmatossicologico.
Dal 2013 collabora con le CML (commissioni mediche locali) di Siena, Arezzo e Grosseto. Dal 2016 perito presso le di consulenza tecnica c/o i Tribunali e Procure della Repubblica di Arezzo, Siena e Viterbo. Membro della società SIBIOC.

CAFFÈ, LA BEVANDA PIÙ DIFFUSA

Per molti, il caffè non rappresenta una semplice consuetudine, ma un momento di profondo piacere; per questo motivo, quando i medici lo impongono, è così difficile rinunciare all’amata tazzina, basti pensare che attualmente è la bevanda più diffusa nel mondo ed a livello di valore economico è la merce più scambiata dopo i prodotti petroliferi.

Questo legame, che da millenni intercorre tra l’uomo e le varie sostanze stimolanti non è dunque casuale ed è proprio la caffeina chiamata in causa nella genesi della moltitudine di effetti, in parte positivi ed in parte negativi, associata al consumo di caffè.

ARABICA O ROBUSTA?

Il caffè (in arabo: قهوة‎, qahwa) è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, parte della famiglia botanica delle Rubiacee, un gruppo di angiosperme che comprende oltre 600 generi e 13500 specie.

Sebbene all’interno del genere Coffea siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè: le più diffuse tra esse sono l’arabica e la robusta.

LA CAFFEINA

La caffeina è un alcaloide ottenuto in natura dai semi della pianta del caffè, dalle foglie della pianta delle teacee Camellia sinensis, dalle noci di Kola, dal guaranà, dal cacao o può essere preparata sinteticamente. Chimicamente è una 1,3,7 trimetil-xantina con formula C8H10N4O2, di peso molecolare 194,2. La sua struttura è:

Dopo somministrazione orale viene rapidamente assorbita, con picco di concentrazione ematica dopo 1-1,5 ore dall’ingestione (emivita 3-6 ore) ed è eliminata per l’85% nelle urine in circa 48 ore. Della quantità eliminata, circa il 40% è costituito da acido 1-metilurico, dal 10 al 15% è formato da 1-metil-xantina e oltre il 35% è costituito da una miscela di 5 – acetilamino – 6 – formilamino – 3 -metiluracile e 5-acetilamino-6-amino-3-metiluracile. Altri metaboliti minori sono teofillina, 1-7-dimetilxantina (paraxantina), 7-metilxantina e 1,3-acido dimetilurico. Solo una quantità intorno all’1% della caffeina viene eliminata come tale.

Le concentrazioni, contenute nelle bevande di comune uso alimentare, sono, come si può osservare dalla lettura della seguente tabella, abbastanza variabili:

Tipo di alimentoContenuto medio per porzione
Caffè solubile75 mg in una tazza da 190 ml
Caffè filtrato (tipo americano)85 mg in una tazza da 190 ml
Caffè espresso30-50 mg in una tazzina da 30 ml
50 mg in una tazza da 190 ml
Pillole dietetiche75-200 mg cadauna
Bibite energetiche (Red Bull)28-87 mg in un bicchiere da 250 ml
Coca-Cola (diet o normale)8-53 mg in un bicchiere da 250 ml
Cioccolata5,5-35,5 mg in una barretta da 50 gr

CAFFEINA: EFFETTI PER LA SALUTE

Sotto l’aspetto farmacologico l’azione stimolante della caffeina si esplica a livello del sistema nervoso centrale, più precisamente del sistema simpatico.

Tale stimolazione è essenzialmente da ricondursi alla liberazione di adrenalina e nor-adrenalina, che vanno ad influenzare l’attività cardiaca, la vasodilatazione periferica, la peristalsi intestinale e la diuresi. La caffeina stimola inoltre la corteccia cerebrale, aumentando la capacità di concentrazione e combattendo gli stati di sonnolenza. Dal punto di vista metabolico fornisce energia attraverso la liberazione intracellulare di AMP ciclico con conseguente mobilizzazione delle riserve di glicogeno ed acidi grassi.

A DOSI MODERATE (4mg/kg al giorno)AD ALTE DOSI (≥ 10mg/kg al giorno)
Stimola la secrezione gastrica, salivare e biliare; ha quindi un effetto blandamente digestivo.Specie se presa a digiuno, può causare bruciori ed acidità di stomaco, esofagite e reflusso gastroesofageo
A piccole dosi rallenta la frequenza cardiaca, provoca dilatazione coronarica e bronco dilatazione: può migliorare condizioni allergiche e asmatichePuò causare tachicardia, ipertensione e aritmie
Migliora l’attività psicomotoria, le prestazioni atletiche, l’umore, al resistenza al sonno e alla faticaHa effetto ansiogeno e provoca tremori, insonnia e eccitabilità
Utile coadiuvante nella terapia dell’obesità (effetto anoressizzante e termogeno); blande proprietà diureticheRiducendo l’assorbimento di calcio e ferro, favorisce la comparsa di osteoporosi e quadri anemici


La dose sicura di caffeina in una dieta giornaliera è dunque di 300/400mg (la stessa contenuta, grosso modo, in tre – quattro tazzine di caffè espresso o in 6 tazze di ).

Tale limite può essere raggiunto anche ingerendo 10 lattine di coca cola, 8 tazze di cioccolata calda o 400 grammi di cioccolato extrafondente.

BIBLIOGRAFIA

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  2. Coffee consumption and health: umbrella review of meta-analyses of multiple health outcomes. Poole R, Kennedy OJ, Roderick P, Fallowfield JA, Hayes PC, Parkes J. Novembre 2017
  3. Scientific Opinion on the safety of caffeine EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA)2,3European Food Safety Authority (EFSA), Parma, Italy Maggio 2015
  4. Caffeina: l’EFSA ne stima il livello di sicurezza per il consumo EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA)2,3European Food Safety Authority (EFSA), Parma, Italy Maggio 2015
  5. Coffee, caffeine and health, New England Journal of Medicine
  6. Dose–response meta analysis on coffee, tea and caffeine consumption with risk of Parkinson’s disease, Geriatrics, Gerontology International
  7. Coffee consumption and risk of dementia and Alzheimer’s disease: a dose-response metaanalysis of prospective studies, Nutrients
  8. Association of coffee drinking with total and cause-specific mortality, New England Journal of Medicine
  9. Maternal caffeine intake during pregnancy and risk of pregnancy loss: a categorical and dose-response meta-analysis of prospective studies, Public Health Nutrition

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