ATTIVITÀ MOTORIA E FUNZIONI CEREBRALI

L’esercizio fisico stimola degli adattamenti, cioè delle modificazioni nella funzione e nella struttura dei vari organi e apparati per rendere gli stessi in grado di far fronte alle aumentate richieste determinate dall’esercizio stesso. Come avviene per i muscoli, anche il cervello dimostra una notevole plasticità: attraverso l'attività fisica è possibile produrre miglioramenti nella funzione cerebrale. Più specificamente, potremmo dire che l’attività fisica ha effetti funzionali, morfologici e neuro-protettivi sul cervello. Scopri di più con gli esperti di Cibum dell’Università di Siena

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Consulenza scientifica

Marco Bonifazi

Specialista in Medicina dello Sport, è Professore associato di Fisiologia
presso il Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena. Coordinatore tecnico del Centro Studi e Ricerche della Federazione Italiana Nuoto. Ha partecipato, come medico e dirigente tecnico a otto edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1988 al 2016.

ATTIVITÀ MOTORIA: PERCHÈ INFLUENZA LE FUNZIONI CEREBRALI?

Per comprendere meglio gli effetti dell’attività motoria si deve pensare ai nostri antenati che, nel paleolitico superiore (10-40.000 anni fa), si muovevano per cacciare e raccogliere i prodotti della terra trovando di volta in volta nuova dimore nei luoghi più adatti per la sopravvivenza.

Alcuni ricercatori ritengono che in quel periodo si sia geneticamente definita la biologia attuale dell’uomo. Se questo è vero, allora gli effetti cerebrali attuali dell’esercizio fisico sono probabilmente legati alla funzione più antica dell’attività motoria, quella di esplorare l’ambiente, e contemporaneamente di trarre insegnamento da ciò che si osserva e ci accade.

La natura stessa dell’uomo determinerebbe, quindi, la necessità di una pratica regolare minima di attività fisica per mantenere nella migliore efficienza le funzioni cerebrali connesse al movimento.

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L’ESPERTO: L’ATTIVITÀ MOTORIA, UMORE E MEMORIA

“Per capire gli effetti benefici dell’attività fisica sull’umore, la memoria e la capacità di fronteggiare gli eventi impegnativi si deve innanzitutto considerare che l’esercizio fisico è in grado di modificare anche la struttura del sistema nervoso centrale. L’esercizio, infatti, determina a livello cerebrale un aumento del metabolismo, dell’afflusso di sangue e dell’attività funzionale non solo nelle aree direttamente interessate al comando motorio, ma anche quelle connesse con la memoria, l’apprendimento e la sfera emotiva.” Indica la Professor Marco Bonifazi, che spiega: “Di conseguenza, si può ipotizzare che l’esercizio possa stimolare il funzionamento di aree cerebrali interessate dal movimento con effetti benefici anche per funzioni diverse, quali quelle cognitive, che sono influenzate dalle stesse aree. Ciò avviene anche attraverso la produzione di sostanze che stimolano i tessuti cerebrali e influenzano positivamente l’umore.”

L’ESERCIZIO FISICO AUMENTA LA MATERIA GRIGIA

La materia grigia, all’interno del sistema nervoso centrale, è quella parte nella quale sono contenuti i corpi cellulari dei neuroni. Gli effetti benefici dell’attività motoria sulle funzioni del sistema nervoso centrale dipendono anche da modificazioni della struttura della materia cerebrale.

Infatti, in alcune ricerche è stato osservato che un programma di esercizio fisico di carattere aerobico, consistente in almeno tre sedute settimanali della durata di un’ora per un periodo di sei mesi, determina un aumento della materia grigia perché aumenta il numero di ramificazioni di collegamento e delle sinapsi tra i neuroni. Inoltre, nel cervello, aumentano le cellule gliali che sono quelle che svolgono una funzione di sostegno, nutritiva e di difesa dei neuroni. Ciò avviene a tutte le età, anche se ovviamente in modo più rapido nei giovani.

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ATTIVITÀ PIÙ EFFICACI PER IL CERVELLO

Non ci sono attività migliori o peggiori. Ciascuno deve fare ciò che gli piace di più, sarà più motivato e continuo nel praticare l’attività fisica. Per mantenere “allenato” il nostro cervello, sembra che possa bastare una mezz’ora al giorno di esercizio, camminare a passo svelto per esempio.

In generale, è comunque preferibile fare movimento all’aria aperta possibilmente abbinando allo sforzo l’esplorazione dell’ambiente: questo, come già detto, stimola ulteriormente il nostro cervello.

BIBLIOGRAFIA

  1. Chakravarthy MV, Booth FW. Eating, exercise, and “thrifty” genotypes: connecting the dots toward an evolutionary understanding of modern chronic diseases. J Appl Physiol. 96:3-10, 2004
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