Consulenza scientifica
DOLCIFICANTI ARTIFICIALI IN GRAVIDANZA: UN RISCHIO EMERGENTE PER IL FUTURO METABOLICO DEI FIGLI
L’uso di dolcificanti artificiali durante la gravidanza è sempre più diffuso, specialmente tra le donne che desiderano limitare l’apporto calorico per contenere l’aumento di peso. Tuttavia, un ampio studio longitudinale condotto in Danimarca su oltre 83.000 gestanti e 90.000 bambini ha evidenziato una possibile correlazione tra l’assunzione quotidiana di bevande edulcorate artificialmente e una maggiore probabilità che i figli sviluppino sovrappeso durante l’infanzia e l’adolescenza. I dati raccolti tra il 1996 e il 2022 hanno mostrato che i bambini le cui madri avevano consumato almeno una bevanda con dolcificanti non calorici al giorno nel secondo trimestre di gestazione presentavano un rischio significativamente aumentato di avere un indice di massa corporea superiore alla norma a 7, 11 e 18 anni. Tale rischio si manteneva anche dopo aver tenuto conto di variabili confondenti come l’indice di massa corporea materno prima della gravidanza, il livello di attività fisica, l’abitudine al fumo, l’alimentazione complessiva, il livello di istruzione e la durata dell’allattamento. L’analisi ha utilizzato modelli statistici avanzati per stimare la forza dell’associazione, indicando un incremento medio del 26% del rischio di sovrappeso negli adolescenti esposti in utero a dolcificanti artificiali, rispetto ai figli di madri che non ne consumavano. Questi risultati sollevano interrogativi importanti sull’impatto a lungo termine di sostanze edulcoranti comunemente ritenute innocue. I dolcificanti artificiali, spesso presenti in bevande dietetiche, chewing-gum e prodotti “light”, sono considerati alternativi agli zuccheri semplici per il controllo del peso, ma potrebbero attivare meccanismi metabolici sfavorevoli già in fase fetale. Questo rende essenziale riconsiderare le raccomandazioni nutrizionali rivolte alle donne in dolce attesa, tenendo conto del potenziale impatto sulla salute metabolica delle generazioni future.

L’IMPATTO PRENATALE DEI DOLCIFICANTI SULLO SVILUPPO DEL PESO CORPOREO INFANTILE
L’evidenza emersa da questo studio sottolinea come l’esposizione prenatale ai dolcificanti artificiali possa interferire con i delicati meccanismi di programmazione metabolica del feto. I dati raccolti tramite il Danish National Birth Cohort, che ha monitorato madre e figlio dalla gravidanza fino ai 18 anni del bambino, hanno permesso di identificare un’associazione temporale specifica: mentre nei primi mesi di vita non è emerso un aumento significativo del rischio di sovrappeso, la correlazione si è rafforzata con l’avanzare dell’età, suggerendo l’esistenza di un effetto a lungo termine. In particolare, il rischio ha iniziato a manifestarsi tra i 7 e i 14 anni, periodo in cui si formano abitudini alimentari autonome, e ha raggiunto il massimo a 18 anni. Questo andamento suggerisce che l’impatto dei dolcificanti non sia immediato, ma si esprima in età successive, probabilmente a causa di un’interazione tra predisposizione biologica e fattori ambientali. Gli autori ipotizzano che il consumo di dolcificanti artificiali possa alterare lo sviluppo della percezione del gusto dolce nel feto, modificando il comportamento alimentare nel tempo. Inoltre, è emerso che tali sostanze possono attraversare la barriera placentare, rendendo il feto direttamente esposto a molecole che potrebbero influenzare il metabolismo energetico e il microbiota intestinale. Tali alterazioni possono predisporre a una maggiore tendenza all’accumulo di grasso e a una regolazione meno efficiente del glucosio. È importante sottolineare che, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, il consumo materno di bevande con zucchero tradizionale non ha mostrato la stessa associazione negativa, e anzi, in alcuni casi, si è rivelato associato a una minore incidenza di sovrappeso nei figli, probabilmente per ragioni legate a differenze comportamentali e socioeconomiche tra i gruppi studiati. Questo solleva l’interrogativo se i dolcificanti artificiali, più che essere una scelta salutare, possano rappresentare un fattore di rischio silente per lo sviluppo ponderale e la programmazione fetale.

LIMITI, CONSIDERAZIONI CLINICHE E RACCOMANDAZIONI FUTURE SUL CONSUMO DI DOLCIFICANTI IN GRAVIDANZA
Sebbene l’analisi fornisca dati solidi grazie all’elevato numero di partecipanti e a un follow-up esteso fino alla maggiore età, gli autori evidenziano alcune criticità metodologiche che richiedono cautela nell’interpretazione dei risultati. L’utilizzo di questionari auto-compilati per rilevare il consumo di dolcificanti artificiali può introdurre errori di memoria o sottostima dell’assunzione effettiva, e non permette di distinguere i diversi tipi di edulcoranti usati. Inoltre, non sono stati considerati altri prodotti che contengono queste sostanze, come yogurt, gomme da masticare o dolci industriali. La presenza di bias di selezione e la possibilità di fattori confondenti non rilevati, come cambiamenti nelle abitudini alimentari nel periodo postnatale, potrebbero influenzare l’esito. Tuttavia, i modelli statistici hanno mantenuto la significatività dell’associazione anche dopo l’aggiustamento per variabili critiche come l’indice di massa corporea materno, lo stile alimentare generale, il livello socioeconomico e la durata dell’allattamento. È rilevante notare che le linee guida nutrizionali in alcuni paesi, come il Regno Unito, raccomandano l’uso di bevande edulcorate in sostituzione di quelle zuccherate per limitare l’aumento di peso in gravidanza, specialmente in caso di obesità o diabete gestazionale. Tuttavia, i risultati dello studio mettono in discussione l’efficacia di questa strategia a lungo termine, mostrando un potenziale impatto negativo sulla salute dei figli. Il fatto che l’assunzione di zuccheri convenzionali, entro certi limiti, non sia risultata associata allo stesso rischio suggerisce la necessità di un ripensamento delle attuali raccomandazioni. A fronte dell’aumento globale di obesità infantile, è fondamentale avviare programmi di educazione alimentare per le future madri, orientati non solo alla gestione del peso materno, ma anche alla tutela del corretto sviluppo metabolico dei figli. Sono urgenti ulteriori studi, in particolare su come l’esposizione precoce ai dolcificanti possa interferire con la regolazione del peso e le preferenze alimentari nei bambini, per aggiornare in modo scientificamente fondato le politiche sanitarie in tema di nutrizione prenatale.
BIBLIOGRAFIA
- Gjørup EM, Bech BH, Stampe S, et al. Consumption of artificial sweeteners during pregnancy and the risk of overweight in the offspring. British Journal of Nutrition. 2025.
- Suez J, Cohen Y, Valdés-Mas R, et al. Personalized microbiome-driven effects of non-nutritive sweeteners on human glucose tolerance. Cell. 2022.
- Plows JF, Aris IM, Rifas-Shiman SL, et al. Associations of maternal non-nutritive sweetener intake during pregnancy with offspring body mass index and body fat from birth to adolescence. Int J Obes (Lond). 2022.
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