RISO: IL CEREALE CHE CAMBIA LA DIETA ITALIANA

È il cereale più diffuso. L’Italia ne è il primo produttore europeo. Il riso trova ampio spazio e uso sulle tavole del Bel Paese. Molte le varietà coltivate, soprattutto al Nord. Ma numerose anche le varietà provenienti da ogni parte del mondo che sono sempre più consumate e apprezzate. Buono e ricco di principi nutritivi. Scopri quali.

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Consulenza scientifica

Barbara Martinelli

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in dietistica nel 2014; laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2016. Lavora presso l’UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Relatore in numerosi congressi in ambito nutrizionale e docente nei corsi per il personale dell’AOU Senese.

IL RISO SEMPRE PIÙ PROTAGONISTA NELLE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI

Negli ultimi anni, le abitudini alimentari degli italiani stanno subendo cambiamenti significativi, con una crescente preferenza verso il riso, che si afferma come uno dei cereali più apprezzati sulle tavole del Belpaese. I dati più recenti evidenziano un aumento del 3% negli acquisti di riso, a fronte di un calo dell’1,3% nel consumo di pasta e di un ben più marcato -3% per quanto riguarda il pane. Quest’ultimo, un tempo alimento base dell’alimentazione quotidiana, ha registrato la flessione più netta: il consumo pro capite è sceso drasticamente negli ultimi dieci anni, passando da oltre un chilo giornaliero a soli 85 grammi.

L’interesse verso il riso è alimentato anche dalla sua versatilità e leggerezza, caratteristiche che lo rendono adatto a molteplici usi: non più solo come primo piatto tradizionale, ma anche come portata unica, servito caldo o freddo, cucinato in casa o acquistato in modalità take away. Questo ampliamento delle occasioni di consumo ha contribuito in modo decisivo al suo crescente successo. Un altro dato rilevante riguarda la produzione italiana, che si conferma leader in Europa con un volume annuo di 1,58 miliardi di chili. Il riso, dunque, non solo guadagna spazio nelle preferenze dei consumatori, ma rappresenta anche un pilastro importante del settore agroalimentare nazionale.

RISO: CHICCO LUNGO O CHICCO CORTO?

Tanti usi in cucina e tante varietà. Ne sono registrate oltre 140.000 nel mondo. La specie Oryza sativa, il suo nome scientifico, comprende due sottospecie:

  • la japonica, con il suo granello tondeggiante e con meno contenuto di amilosio, è la più diffusa in Italia
  • l’indica, con un chicco affusolato e ricco di amilosio, è la più diffusa nel sudest asiatico.

Le varietà a chicco corto risalgono al 7000 a.C. nella Cina centro-meridionale. Il chicco lungo compare poco più tardi nel Sud est asiatico. Ad oggi, in Italia, sono circa 200 le varietà di riso iscritte al registro nazionale.

Il riso italiano si suddivide in quattro gruppi: comune o originario, fino e superfino. Nell’uso comune, è però più frequente la seguente classificazione europea:

  • riso tondo: lungo fino a 5,2 mm, o originario o riso comune, chicchi piccoli e rotondi che assorbono in fretta acqua e condimenti, cuociono velocemente (12-13 minuti), ma tendono a scuocere. Si usa, perciò, particolarmente per le minestre in brodo o nei dolci di riso. Questa varietà, con un alto contenuto di amilosio (zucchero polisaccaride), ha una grande capacità di assorbimento del liquido. Nasce in Lomellina nel ’24 e anticamente si chiamava Ardito
  • medio: da 5,2 a 6 mm, o semifino, è ideale per i risotti e le minestre, e in tutte quelle preparazioni dove il chicco deve cuocere più a lungo (13-15 minuti), mantenendo la sua consistenza. Caratteristiche determinate sia dalle dimensioni del granello, da cui dipende il tempo di assorbimento dell’acqua e il comportamento del riso durante la cottura, sia dall’amilosio, componente dell’amido di riso, che conferisce la consistenza del chicco. È adatto per i contorni e i supplì
  • lungo A: oltre i 6 mm, ma con una forma tozza, lungo B: oltre i 6 mm, ma con una forma affusolata. Il riso lungo, tiene bene la cottura e si presta a gran parte delle preparazioni, dagli antipasti alle insalate. La cottura dura almeno 14-16 minuti, ma può arrivare anche a 20 minuti nei risotti

RISO: VARIETÀ

Oggi, la distinzione del riso non avviene per lunghezza del chicco quanto per la varietà: sui pacchetti non c’è scritto riso superfino o lungo A, quanto Carnaroli o Arborio.

In particolare distinguiamo:

  • Carnaroli: il primo riso per i risotti, particolarmente ricco di amilosio, è nato da un incrocio fra Vialone Lencino dal chicco di dimensioni maggiori, riso ad oggi molto raro che viene ancora coltivato in Lomellina
  • Arborio, Vialone nano, S. Andrea, Ribe Parboiled: ideali per risotti, arrivano a cattura in 16-17 minuti
  • Padano: ideale per arancini, cotto in 15 (al dente) o 18 minuti
  • Baldo: ideale per insalate, bollito in 14-15 minuti
  • Thaibonnet Parboiled: ideale per insalate, bollito in 17-18 minuti
  • Originario o comune (varietà Balilla): ideale per dolci, cotto in latte in 15 minuti

RISO: VIAGGIO INTORNO AL MONDO

Il riso è un alimento che ci permette di portare sulle nostre tavole culture e metodi produttivi di tutto il mondo. Ne esistono molte varietà che vengono da lontano ed entrano nelle nostre cucine ogni giorno. I più usati:

  • Risi aromatici: basmati, thai o jasmine caratteristico chicco lungo, ma con poco amilosio
  • Riso nero e rosso: rientrano fra i risi pigmentati da antociani
  • Thai: tipico del Sud-Est asiatico, con chicco lungo bianco e cristallino dal profumo speziato. Va abbinato a carne, pesce o verdura all’uso orientale. Cottura 15 minuti
  • Basmati: cresce in India e Pakistan, ha chicco lungo e sottile, sapore delicato e aromatico. I chicchi rimangono asciutti e separati. Il suo impiego è prevalentemente nella cottura pilaf. Cuoce in 20 minuti. Si consiglia di lavarlo e lasciarlo immerso nell’acqua per circa un’ora per fare in modo che i chicchi rimangano interi durante la cottura. Rispetto al riso comune possiede un indice glicemico più basso (58 contro il 90 del riso bianco)
  • Tamanishiki: originario dal Giappone (ottenuto dall’incrocio di due varietà autoctone), è il più ricercato e apprezzato per la preparazione del sushi. Si può avere solo se lo si importa direttamente dal produttore
  • Selvaggio: non è un vero e proprio riso, bensì una graminacea che cresce spontanea nelle paludi del Nordamerica. Ha chicchi lunghi e sottili di color marrone scuro. Pur assomigliando molto a quello del riso, il suo sapore è più forte e aromatico. Cuoce in 45 minuti
  • Jasmine: riso rosso e aromatico che proviene da una tradizionale varietà thailandese. Il chicco è di piccole dimensioni con un aspetto affusolato e di colore tra il rosso e il castano. È un riso integrale ricco di nutrienti e fibra, dal basso valore glicemico se viene cotto al dente. Durante la cottura sprigiona un profumo speziato e non assorbe molta acqua
  • Red: pregiata varietà che cresce nel Borneo. I chicchi lunghi hanno un caratteristico color ruggine. Si presta come contorno a piatti di carne e di pesce. La sua è una cottura molto lunga e non scuoce

BIBLIOGRAFIA

  1. Longvah TPrasad VSS. Nutritional variability and milling losses of rice landraces from Arunachal Pradesh, Northeast India. Food Chem. 2020 Jul 15;318:126385
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  3. Maleki C, Oliver P, Lewin S, Liem G, Keast R. Preference mapping of different water-to-rice ratios in cooked aromatic white jasmine rice. J Food Sci. 2020 Apr 6

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