RAPPORTO SODIO-POTASSIO: COME PROTEGGERE CUORE E CERVELLO

Il rapporto sodio-potassio è la bussola alimentare per proteggere cuore e cervello. Meno sale da condimenti e cibi industriali, più potassio da frutta, verdure e legumi: così si abbassa la pressione e si riduce il rischio di ipertensione, ictus e malattie cardiovascolari. Scegli cotture semplici, spezie al posto del sale e leggi le etichette per scegliere alimenti che restare sotto i 2 g di sodio al giorno. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Katia Gennai

Dietista. Ha conseguito il Diploma di Tecnico in Dietologia e Dietetica Applicata nel 1994; laurea triennale in dietistica nel 2004. Lavora presso l’UOSA di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Docente nel corso di laurea in Dietistica.

COS’È IL RAPPORTO SODIO-POTASSIO

Quando parliamo di salute del cuore, il rapporto sodio-potassio è una bussola semplice e affidabile. Indica quanto sale entra nella dieta rispetto agli alimenti ricchi di potassio che portiamo nel piatto. Il sodio trattiene liquidi e, se in eccesso, appesantisce il lavoro del sistema circolatorio. Il potassio svolge l’effetto opposto, favorendo l’eliminazione del sodio e aiutando i vasi a rilassarsi. Questo equilibrio si riflette sulla pressione arteriosa, una delle variabili più sensibili alle scelte alimentari quotidiane. Non servono formule complesse: immaginalo come una bilancia, con sale da un lato e frutta, verdure e legumi dall’altro.

Condimenti concentrati, cibi trasformati e insaccati alzano il piatto del sale con rapidità. Insalate, minestre di legumi, patate, banane, pomodori e verdure a foglia lo riportano in pari. Un rapporto favorevole rende più probabile mantenere una dieta equilibrata che protegge cuore e cervello. Questo indicatore non sostituisce le visite mediche, ma aiuta a orientare la spesa, la cucina e l’organizzazione dei pasti. Integrare acqua, movimento regolare e sonno di qualità completa il quadro e sostiene l’equilibrio dei minerali. Portare consapevolezza su questa bilancia è il primo passo per ridurre il rischio di ipertensione, ictus e malattie cardiovascolari senza estremismi.

COME UN RAPPORTO SFAVOREVOLE INFLUISCE SULLA SALUTE

Quando il rapporto sodio-potassio pende verso il sale, il corpo manda segnali che non vanno ignorati. La pressione arteriosa tende a crescere nelle ore e nei giorni successivi a pasti molto salati. Cefalea, sete continua e gonfiore alle caviglie possono comparire, specie in chi è sensibile al sodio. Nel tempo, i vasi diventano meno elastici e il cuore lavora di più per spingere il sangue. Questo scenario favorisce ipertensione persistente e accelera i processi che portano a danni d’organo. Il rischio di ictus nasce per due vie: ostruzione dei vasi (ischemia) o rottura di un’arteria sotto pressione (emorragia). Anche le malattie cardiovascolari di altra natura, come l’infarto, trovano terreno fertile in un contesto di eccesso di sale e potassio scarso.

Sovrappeso, fumo, sedentarietà e scarso controllo della glicemia rendono l’effetto del sale ancora più incisivo. Le persone anziane, chi assume pochi vegetali e chi usa frequentemente cibi conservati sono le categorie più esposte. Tenere d’occhio la combinazione tra ciò che si cucina in casa e ciò che si consuma fuori aiuta a cogliere il quadro reale. Un rapporto sfavorevole non riguarda solo il cuore: incide su reni, cervello e benessere generale, con stanchezza e cali di performance. Agire prima che compaiano diagnosi formali è il regalo più grande che possiamo fare alla nostra salute.

STRATEGIE PRATICHE PER MIGLIORARE L’EQUILIBRIO

Per migliorare il rapporto sodio-potassio, parti dalla dispensa. Scegli pane e cracker a basso contenuto di sodio e limita salumi, formaggi stagionati e salse pronte. In cucina sostituisci parte del sale con erbe, spezie, agrumi, aceto, aglio e peperoncino: più sapore, meno milligrammi. Prepara brodi e condimenti in casa, così controlli il sale dall’inizio. Metti a calendario cinque porzioni tra frutta e verdura al giorno: aumentano il potassio senza stravolgere le abitudini. Leggi le etichette: quando due prodotti sono simili, scegli quello con meno sodio per 100 g e una lista ingredienti più corta. Se mangi fuori, chiedi cotture semplici, salse a parte e assaggia prima di salare.

Valuta i sali a ridotto tenore di sodio o arricchiti in potassio, ma chiedi consiglio al medico se hai problemi renali o assumi farmaci diuretici. Organizza i pasti della settimana con ricette “amiche della pressione”: legumi, cereali integrali, verdure di stagione, pesce al forno. Bevi acqua in modo regolare e limita gli alcolici: la pressione arteriosa ringrazia. Tieni un diario per una settimana e annota quando usi il sale e quante porzioni di vegetali consumi: è la metrica più onesta. Dopo un mese, misura i progressi: gusti più educati al sapore naturale, minor sete, valori più stabili e maggiore energia nella giornata. Con scelte ripetute e coerenti, il profilo di rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari si abbassa in modo concreto.

BIBLIOGRAFIA

  1. Okayama A, Okuda N, Miura K, et al. Dietary sodium-to-potassium ratio as a risk factor for stroke, cardiovascular disease and all-cause mortality in Japan: the NIPPON DATA80 cohort study. BMJ Open, 2016.
  2. Neal B, Wu Y, Feng X, et al. Effect of Salt Substitution on Cardiovascular Events and Death. N Engl J Med, 2021.
  3. Tsai YC, Wang ML, Zou H, et al. Effectiveness of salt substitute on cardiovascular outcomes: a systematic review and meta-analysis. J Clin Hypertens, 2022.

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