Consulenza scientifica
ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA: COME PREVENIRE IL DIABETE GESTAZIONALE CON STRATEGIE PERSONALIZZATE
Contrastare l’insorgenza del diabete gestazionale, una forma di iperglicemia che si manifesta per la prima volta durante la gravidanza, è oggi una priorità clinica, data la sua associazione con complicanze gravi per la madre e il neonato, sia durante la gestazione che nel lungo termine. L’aumento dei casi è fortemente correlato alla diffusione dell’obesità tra le donne in età fertile: secondo dati del Regno Unito, il 18,3% delle donne in gravidanza presenta obesità e il 3,3% soffre di obesità grave. Un fattore di rischio cruciale per lo sviluppo del diabete gestazionale è l’eccessivo aumento di peso gestazionale, ossia il peso acquisito durante i nove mesi, in particolare nelle prime settimane. L’Istituto di Medicina statunitense ha definito linee guida specifiche sul peso raccomandato in base all’indice di massa corporea (BMI), ma nel Regno Unito mancano ancora raccomandazioni ufficiali. Studi clinici randomizzati hanno evidenziato che contenere il peso corporeo non è sufficiente da solo a prevenire il diabete gestazionale: solo gli interventi iniziati precocemente, entro la dodicesima settimana di gestazione, e basati su un supporto dietetico intensivo e personalizzato, hanno dimostrato un impatto positivo. Particolarmente efficace è stato lo studio finlandese RADIEL, che ha ridotto l’incidenza del diabete gestazionale del 39% in donne con obesità o con precedenti episodi di iperglicemia gestazionale, grazie a un programma integrato di alimentazione sana, attività fisica moderata e controllo del peso.

PROGRAMMI NUTRIZIONALI PERSONALIZZATI E DIGITALI: UNA RISPOSTA AL DIABETE GESTAZIONALE
Numerosi studi hanno messo in luce l’importanza della personalizzazione degli interventi nutrizionali nella prevenzione del diabete gestazionale. In particolare, donne con sovrappeso o obesità traggono maggior beneficio da percorsi mirati, rispetto a consigli dietetici generici. Uno degli esempi più significativi è il trial italiano di Petrella, che ha impiegato una dieta a basso indice glicemico, bilanciata nella distribuzione dei macronutrienti e moderata nell’apporto energetico. Il risultato è stato una riduzione dell’incidenza di diabete gestazionale dal 57% al 23%, dimostrando l’efficacia di approcci strutturati. Alcuni programmi si sono spinti oltre, integrando tecnologie digitali per migliorare l’aderenza e la partecipazione: in Cina, uno studio ha utilizzato l’app WeChat per fornire supporto continuo da parte di dietisti, messaggi personalizzati, contenuti educativi e un piano di esercizio fisico. Questo approccio ha portato a una riduzione significativa della frequenza di diabete gestazionale (24% nel gruppo intervento contro il 37,8% nel gruppo controllo). Tuttavia, studi come UPBEAT, pur garantendo un’elevata partecipazione (sette sessioni su otto seguite), non hanno mostrato un’efficacia paragonabile, suggerendo che oltre alla frequenza, anche la qualità e la composizione dell’intervento giocano un ruolo determinante. Combinare educazione alimentare personalizzata, attività fisica progressiva e strumenti digitali di supporto potrebbe rappresentare il modello ideale per future strategie di prevenzione.

OSTACOLI, OPPORTUNITÀ E INNOVAZIONI PER LA SALUTE METABOLICA IN GRAVIDANZA
Sviluppare strategie efficaci per prevenire il diabete gestazionale richiede non solo una definizione chiara dei contenuti dietetici, ma anche soluzioni pratiche che possano essere applicate su vasta scala. I programmi più efficaci condividono alcune caratteristiche fondamentali: inizio precoce della terapia, frequenti contatti individuali con figure sanitarie qualificate come dietisti, e l’utilizzo di alimenti funzionali. Studi come ESTEEM e St Carlos, ad esempio, hanno impiegato una dieta di tipo mediterraneo, con un elevato consumo di olio extravergine di oliva (fino a 0,5 litri a settimana) e frutta secca (30 g al giorno), mostrando una riduzione del rischio di diabete gestazionale. Tuttavia, resta ancora da chiarire quale sia la composizione nutrizionale ottimale. Alcune ricerche suggeriscono che potrebbe non essere necessario ridurre drasticamente i carboidrati, ma piuttosto migliorare la qualità degli alimenti consumati, sostituendo zuccheri semplici e farine raffinate con cereali integrali, verdure e fonti proteiche magre. Nuove strategie includono l’utilizzo di modelli predittivi basati non solo sull’indice di massa corporea, ma anche su fattori come precedenti episodi di diabete gestazionale, ipertensione o dislipidemie. Inoltre, l’uso combinato di consulenze a distanza, materiali educativi interattivi e fornitura di alimenti mirati potrebbe rappresentare una svolta nell’integrazione di questi interventi nella pratica clinica standard, offrendo un’alternativa efficace, accessibile e sostenibile per migliorare la salute metabolica in gravidanza.
BIBLIOGRAFIA
- Michalopoulou M, Jebb SA, Astbury NM. Dietary interventions in pregnancy for the prevention of gestational diabetes: a literature review. Proceedings of the Nutrition Society, 2023.
- Koivusalo SB et al. Gestational diabetes mellitus can be prevented by lifestyle intervention: the Finnish gestational diabetes prevention study (RADIEL). Diabetes Care, 2016.
- Al Wattar BH et al. Mediterranean-style diet in pregnant women with metabolic risk factors (ESTEEM): a pragmatic multicentre randomised trial. PLOS Medicine, 2019.
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