Consulenza scientifica
LA MALATTIA DI PARKINSON: UNA SFIDA NEURODEGENERATIVA IN CRESCITA
La malattia di Parkinson è una condizione neurodegenerativa progressiva che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, e il numero di casi è destinato ad aumentare nei prossimi decenni, rendendola una sfida sempre più rilevante per la salute pubblica globale. I sintomi principali includono tremori, rigidità muscolare, bradicinesia (lentezza nei movimenti) e alterazioni dell’equilibrio.
Le cause non sono ancora del tutto note, ma si ipotizza una combinazione di fattori genetici e ambientali. Recentemente, la ricerca scientifica ha iniziato a concentrarsi sul ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi del Parkinson, suggerendo una connessione sistemica tra intestino e cervello che potrebbe rivelarsi fondamentale per la comprensione della malattia.

MICROBIOTA, VITAMINE E METABOLITI: COSA RIVELA LA RICERCA
Un ampio studio multicentrico ha esaminato il microbiota intestinale di 94 pazienti con malattia di Parkinson e di 73 individui sani, confrontando i dati con altri cinque gruppi provenienti da Stati Uniti, Germania, Cina e Taiwan. I risultati hanno evidenziato una maggiore diversità microbica nei soggetti malati, associata a variazioni nella composizione batterica: in particolare, è stato rilevato un aumento di Akkermansia muciniphila e una diminuzione di Roseburia intestinalis e Faecalibacterium prausnitzii, due specie note per i loro effetti antinfiammatori.
Inoltre, nei pazienti con Parkinson si è osservata una ridotta espressione genica delle vie metaboliche responsabili della sintesi di riboflavina (vitamina B2) e biotina (vitamina B7), vitamine essenziali per il corretto funzionamento del sistema nervoso. Anche i livelli fecali di acidi grassi a catena corta (SCFA) e poliamine – metaboliti cruciali per la salute intestinale – risultavano significativamente ridotti, suggerendo una potenziale disbiosi con implicazioni sistemiche.

L’ASSE INTESTINO-CERVELLO E LE IMPLICAZIONI FUTURE
Le alterazioni del microbiota intestinale sembrano influenzare direttamente l’evoluzione della malattia di Parkinson attraverso l’asse intestino-cervello, un complesso sistema di comunicazione bidirezionale tra il tratto gastrointestinale e il sistema nervoso centrale.
La riduzione di SCFA e poliamine potrebbe compromettere lo strato di muco intestinale, aumentando la permeabilità dell’intestino e favorendo l’accumulo di fibrille anomale di α-sinucleina nel sistema nervoso enterico. Questo processo potrebbe attivare risposte infiammatorie e neurodegenerative che si estendono al cervello.
Anche se sono necessari ulteriori studi per definire in modo definitivo questi meccanismi, la possibilità di modulare il microbiota tramite dieta, probiotici o altre strategie apre nuove strade terapeutiche per migliorare la qualità della vita dei pazienti con Parkinson e per sviluppare approcci preventivi basati su una medicina personalizzata.
BIBLIOGRAFIA
- Nishiwaki H, Ito M, Ishida T, et al. Meta-analysis of gut microbiota in Parkinson’s disease. NPJ Parkinson’s Disease, 2023.
- Sampson TR, Mazmanian SK. Control of brain development, function, and behavior by the microbiome. Cell Host Microbe, 2015.
- Sharon G, Sampson TR, Geschwind DH, Mazmanian SK. The central nervous system and the gut microbiome. Cell, 2016.
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