Consulenza scientifica
MICROBIOTA INTESTINALE E LONGEVITÀ ESTREMA: IL LEGAME BIOLOGICO TRA BATTERI E INVECCHIAMENTO SANO
Studiando individui con età superiore ai 105 anni, i ricercatori hanno tracciato una traiettoria dettagliata della composizione del microbiota intestinale umano lungo l’intero arco della vita, evidenziando trasformazioni significative che accompagnano l’invecchiamento fisiologico. Dall’età adulta alla longevità estrema, si osserva una progressiva riduzione della predominanza delle famiglie batteriche dominanti come Ruminococcaceae, Lachnospiraceae e Bacteroidaceae, a vantaggio di una maggiore rappresentanza di taxa subdominanti. Questi cambiamenti riflettono una ristrutturazione ecologica dell’ambiente intestinale, che si adatta alle mutate condizioni immunitarie, metaboliche e infiammatorie dell’organismo senescente. Nei soggetti longevi sani, pur essendo presente una certa quantità di batteri opportunisti, si riscontra un arricchimento di specie microbiche associate a effetti benefici sulla salute. Questa configurazione microbica, definita “adattamento alla longevità”, suggerisce l’instaurarsi di una nuova forma di equilibrio intestinale, capace di supportare la funzione intestinale, ridurre la permeabilità della barriera epiteliale e contrastare i fenomeni di inflammaging, ovvero l’infiammazione cronica di basso grado tipica dell’età avanzata. La capacità del microbiota di influenzare parametri immunologici e metabolici chiave lo pone oggi come uno degli attori centrali nella comprensione dei meccanismi che regolano l’invecchiamento in salute e la sopravvivenza oltre i cento anni.

VARIAZIONI MICROBIOTICHE E RISTRUTTURAZIONE DELLA COMUNITÀ BATTERICA IN ETÀ ESTREMA
L’approfondita analisi filogenetica condotta su campioni fecali di giovani adulti, anziani, centenari e semi-supercentenari ha permesso di identificare una trasformazione graduale e significativa nella composizione e nell’interazione delle comunità del microbiota intestinale. Con l’avanzare dell’età, si assiste a un rimodellamento della rete di co-occorrenza tra i generi batterici, che determina la formazione di nuovi gruppi ecologici distinti (COGs), ciascuno caratterizzato da una diversa prevalenza e associazione funzionale. Tra questi, il gruppo core denominato Bacteroides, che comprende specie altamente frequenti in tutte le fasce di età, mostra una progressiva perdita di predominanza nei soggetti più anziani. In parallelo, si osserva un incremento di co-occorrenze tra batteri meno rappresentati nei giovani ma sempre più frequenti nella longevità estrema, come Akkermansia, Christensenellaceae e Bifidobacterium. Questi taxa non solo aumentano in abbondanza, ma anche in prevalenza, suggerendo una possibile funzione protettiva o di sostegno nei confronti del sistema immunitario e del metabolismo senile. Alcune famiglie batteriche, tipiche di altri distretti corporei – come i Mogibacteriaceae della cavità orale – compaiono con alta frequenza nell’intestino dei 105enni, riflettendo una possibile “migrazione batterica” che potrebbe indicare nuove forme di adattamento microbico. La presenza stabile di questi ceppi in individui straordinariamente longevi suggerisce che il loro ruolo potrebbe non essere neutrale, ma parte integrante di un ecosistema intestinale riorganizzato e potenzialmente favorevole al mantenimento delle funzioni vitali.

UN ECOSISTEMA MICROBIOLOGICO RIMODELLATO PER SUPPORTARE L’INVECCHIAMENTO ATTIVO
Nei soggetti che raggiungono età superiori ai 105 anni, si riscontra una configurazione unica del microbiota intestinale, caratterizzata da una combinazione inedita di batteri mutualistici e specie provenienti da ambienti esterni all’intestino, che sembrano coesistere in un equilibrio funzionale. Il dato più interessante è l’aumento della presenza e della rilevanza di gruppi batterici come Akkermansia, Bifidobacterium e Christensenellaceae, noti per il loro impatto positivo sul metabolismo lipidico, sull’integrità della barriera intestinale e sulla modulazione dell’infiammazione. Queste specie sono state associate a una riduzione dell’indice di massa corporea (BMI), a un miglioramento della funzione renale e a un’efficace attività immunoregolatrice. Inoltre, Christensenellaceae rappresenta uno dei pochi gruppi microbici la cui abbondanza è fortemente influenzata da fattori genetici ereditari, suggerendo un possibile collegamento tra microbiota intestinale e predisposizione genetica alla longevità sana. Questo assetto ecologico non è statico: l’interazione tra microbiota e ospite sembra evolvere con l’età, dando origine a nuove forme di simbiosi adattiva. Anche se l’attuale studio è di tipo trasversale e non consente di stabilire una relazione causale, le evidenze suggeriscono che l’arricchimento di questi batteri possa contribuire alla creazione di una nuova omeostasi, in grado di favorire l’equilibrio immuno-metabolico tipico di chi invecchia in modo eccezionalmente sano.
BIBLIOGRAFIA
- Gut Microbiota and Extreme Longevity. Current Biology, Biagi et al., 2016.
- Goodrich JK et al. Human genetics shape the gut microbiome. Cell, 2014.
- Everard A et al. Cross-talk between Akkermansia and epithelium. PNAS, 2013.
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