GRASSI TRANS: NEMICI DEL CUORE

Negli ultimi decenni, gli acidi grassi trans sono eccessivamente utilizzati dall’industria alimentare grazie alle loro caratteristiche tecnologiche. Anche se da anni sappiamo che il consumo di queste sostanze può aumentare il rischio di patologie cardiovascolari. E non solo. Ma dove si trovano gli acidi grassi trans? E sono sempre dannosi per la nostra salute? Scoprilo con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Giulia Tavella

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in Dietistica nel 2018 e laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2021. Svolge attività libero professionale, occupandosi di educazione alimentare e nutrizione per patologia. Si occupa da sempre con maggiore attenzione dell’alimentazione per la salute della donna. Socia Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

GRASSI TRANS: COSA SONO?

Gli acidi grassi trans sono grassi insaturi con una particolare configurazione strutturale che ne determina specifiche caratteristiche tecnologiche. In particolare, questo tipo di acidi grassi è caratterizzato da un punto di fusione più alto rispetto ai normali acidi grassi insaturi, rendendoli quindi più simili ai grassi saturi.

Queste sostanze non sono sintetizzate dall’organismo umano e non sono essenziali. Derivano, nella maggior parte dei casi, da processi industriali di idrogenazione, oppure dalla deodorazione o decolorazione delle sostanze grasse (step essenziali della produzione degli oli vegetali, ad esempio), oppure ancora possono formarsi a causa del riscaldamento dell’olio a temperature eccessivamente elevate.

Nell’industria alimentare, gli acidi grassi trans sono usati perché hanno caratteristiche che li rendono particolarmente adatti alla preparazione di prodotti confezionati, conferendo fragranza al prodotto e aumentandone la shelf life.

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L’ESPERTA: GRASSI TRANS, COLESTEROLO E ATEROSCLEROSI

“Numerosi studi scientifici hanno dimostrato, ormai da molto tempo, la pericolosità associata ad un elevato consumo di acidi grassi trans. Questi infatti possono interferire con il metabolismo lipidico, causando un aumento del colesterolo LDL e un abbassamento delle HDL. Queste alterazioni, insieme ad un aumento di marker pro-infiammatori contribuiscono ad aumentare di oltre il 20% il rischio di aterosclerosi e, in generale, di patologie cardiovascolari come infarto e ictus. Inoltre, alcuni studi hanno evidenziato anche la possibile associazione tra l’elevato consumo di grassi trans e la comparsa di diabete mellito“. Indica il dottoressa Giulia Tavella, che prescrive: “Riducendo il consumo di prodotti pronti e confezionati e, al contempo, dando maggior spazio a cibi freschi e di origine vegetale, come suggerito dai principi della dieta mediterranea, otterremo una significativa riduzione non solo del rischio cardiovascolare ma anche di molte altre patologie, come malattie metaboliche e tumori“.

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GRASSI TRANS: LIMITARE I L CONSUMO

Le linee guida raccomandano di limitare il più possibile l’introduzione di acidi grassi trans in tutte le fasce di età. Per questo motivo, è consigliabile ridurre il consumo di alimenti come margarine, snack dolci e salati, brioche, salatini, patate fritte surgelate, preparati per minestre, cibi panati e surgelati, pop corn in busta, fast-foods.

Nello specifico, l’American Heart Association raccomanda di non superare i 2-2,5 g di acidi grassi trans al giorno, oltre i quali il rischio cardiovascolare incrementa notevolmente.

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ACIDI TRANS BUONI: IL CASO DEI CLA

Oltre a quelli ottenuti tramite i processi industriali, gli acidi grassi trans si trovano anche in natura, in particolare nel latte e nella carne dei ruminanti. Si tratta dei CLA, l’insieme degli isomeri naturali dell’acido linoleico coniugato, di cui il principale rappresentante è l’acido trans vaccenico.

Secondo le ultime evidenze scientifiche, i CLA potrebbero avere importanti effetti sulla salute, riducendo il rischio cardiovascolare, stimolando l’attività del sistema immunitario, oltre che avere un effetto di contrasto nei confronti dell’obesità e dei tumori. Nonostante ciò, però, sono ancora necessarie ulteriori ricerche per poter confermare questi benefici.

BIBLIOGRAFIA

  1. SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana. LARN – Livelli di Assunzione di RIferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. IV Revisione. A cura di: SINU-INRAN. Milano: SICS Editore, 2014
  2. World Cancer Research Fund/ American Institute for Cancer Research. Diet, Nutrition, Physical Activity, and Cancer: a Global Perspective. Continuous Update Project Expert Report. 2018
  3. Islam A, Amin MN, Siddiqui SA, et al. Trans fatty acids and lipid profile: a serious risk factor to cardiovascular disease, cancer and diabetes. Diabetes Metab Syndr. Mar-Apr 2019
  4. Den Hartigh LJ. Conjugated linoleic acid effects on cancer, obesity, and atherosclerosis: a review of pre-clinical and human trials with current perspectives. Nutrients. Feb 2019

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