CURCUMA E ARTRITE: RISULTATI SCIENTIFICI E BENEFICI CONFERMATI

La curcuma, grazie alla curcumina, si dimostra efficace nella riduzione di dolore e infiammazione articolare in osteoartrite e artrite reumatoide. Gli studi clinici confermano benefici paragonabili ai FANS ma con maggiore sicurezza, anche a dosi elevate e per periodi prolungati. Sono necessarie ulteriori ricerche per definire il dosaggio ideale e aumentare la biodisponibilità orale, ma la curcuma rappresenta una valida opzione naturale per la salute delle articolazioni. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

CURCUMA E ARTRITE: EVIDENZE SCIENTIFICHE SULL’EFFICACIA NEL TRATTAMENTO DEI SINTOMI

La curcuma è una pianta medicinale dalle riconosciute proprietà antinfiammatorie e viene utilizzata sia come alimento che come rimedio naturale nella medicina tradizionale di molti Paesi asiatici. La sua componente più studiata, la curcumina, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per il suo potenziale ruolo nella gestione dei sintomi dell’artrite, una condizione cronica caratterizzata da dolore e infiammazione delle articolazioni che colpisce milioni di persone nel mondo. Secondo una meta-analisi di studi clinici randomizzati, l’assunzione regolare di estratti di curcuma (contenenti circa 1000 mg/die di curcumina) ha prodotto una significativa riduzione dei punteggi di dolore (PVAS) e degli indici di gravità articolare (WOMAC), mostrando un’efficacia comparabile a quella di alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ma con una migliore tollerabilità. Inoltre, i benefici si sono riscontrati sia nell’osteoartrite che nell’artrite reumatoide, con miglioramenti documentati in rigidità, funzionalità articolare e qualità della vita. Tali risultati rendono la curcuma un’interessante opzione terapeutica integrativa, soprattutto per chi desidera ridurre l’uso di farmaci tradizionali o presenta controindicazioni a questi trattamenti.

L’UTILIZZO CLINICO DELLA CURCUMINA NELLE PATOLOGIE ARTICOLARI: DOSAGGI, SICUREZZA ED EVIDENZE DI STUDIO

Nei trial clinici inclusi nella revisione, sono stati esaminati diversi preparati di curcuma: polveri standardizzate a elevato titolo di curcumina, estratti etanolici e formulazioni arricchite con fosfolipidi o altri principi attivi, per aumentarne la biodisponibilità. I partecipanti erano prevalentemente adulti di età superiore ai 40 anni, con sintomi da moderati a severi di osteoartrite o artrite reumatoide, spesso già in terapia con analgesici o impossibilitati a tollerare i FANS. I dosaggi di curcumina variavano generalmente tra 500 e 1500 mg al giorno, suddivisi in più somministrazioni, con periodi di trattamento da 4 settimane a 4 mesi. Le valutazioni cliniche hanno mostrato un netto miglioramento dei sintomi articolari, sia in termini di dolore che di funzionalità e riduzione della rigidità mattutina. Inoltre, nei gruppi trattati con curcuma si è osservata una diminuzione dell’uso di farmaci sintomatici aggiuntivi, suggerendo un effetto “risparmiatore” nei confronti degli analgesici tradizionali. Gli effetti avversi sono stati rari e per lo più lievi, come disturbi gastrointestinali, infezioni lievi delle vie aeree o leggere alterazioni pressorie, senza eventi gravi o necessità di sospensione del trattamento. Questi dati rafforzano la sicurezza e la tollerabilità dell’impiego di curcuma a scopo terapeutico, anche in persone anziane o con patologie concomitanti.

PROSPETTIVE FUTURE E LIMITI DELLA RICERCA SULLA CURCUMA NELL’ARTRITE

Nonostante gli importanti risultati ottenuti, la ricerca sull’uso della curcuma e della curcumina in ambito reumatologico presenta ancora alcuni limiti metodologici. Il numero di studi randomizzati controllati è relativamente basso e spesso i campioni sono di dimensioni contenute, limitando la possibilità di trarre conclusioni definitive sull’efficacia a lungo termine. Una delle principali criticità riguarda la biodisponibilità orale della curcumina, notoriamente bassa per via di una rapida degradazione metabolica e di un assorbimento intestinale limitato; tuttavia, alcune formulazioni recenti arricchite con piperina o fosfolipidi sembrano migliorare l’assorbimento e l’efficacia clinica. Un altro aspetto da approfondire riguarda la standardizzazione dei preparati: nei diversi studi sono stati utilizzati estratti di curcuma con percentuali variabili di principi attivi e spesso in associazione ad altri prodotti (come glucosamina o condroitina), rendendo difficile l’individuazione della dose ideale e della forma più efficace. Nonostante ciò, l’inclusione della curcuma come parte di un approccio integrato alla salute articolare appare supportata dalle attuali evidenze, in particolare per quei pazienti che desiderano ridurre l’uso di farmaci convenzionali. Sono necessari nuovi studi clinici su larga scala, con metodologie rigorose, per confermare il ruolo della curcuma come opzione terapeutica nella gestione dell’artrite.

BIBLIOGRAFIA

  1. Daily JW, Yang M, Park S. Efficacy of Turmeric Extracts and Curcumin for Alleviating the Symptoms of Joint Arthritis: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Clinical Trials. Journal of Medicinal Food, 2016.
  2. Henrotin Y, Priem F, Mobasheri A. Curcumin: a new paradigm and therapeutic opportunity for the treatment of osteoarthritis: curcumin for osteoarthritis management. Springerplus, 2013.
  3. Hewlings SJ, Kalman DS. Curcumin: A Review of Its’ Effects on Human Health. Foods, 2017.

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