COLESTEROLO E INFARTO: NUOVO TEST GENETICO SULL’ENDOTELIO

Un nuovo punteggio genetico, basato sulla funzione delle cellule endoteliali, consente di valutare il rischio reale di infarto e ictus in pazienti con livelli simili di colesterolo LDL. Lo score permette di individuare chi ha bisogno di una terapia ipocolesterolemizzante intensiva con farmaci innovativi come PCSK9 inibitori o siRNA. Questo approccio di precisione apre la strada a piani terapeutici personalizzati per la prevenzione cardiovascolare, migliorando l'efficacia e la sicurezza delle cure. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Martinelli

Dottore in Dietistica. Ha conseguito la laurea triennale in dietistica nel 2014; laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione nel 2016. Lavora presso l’UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Relatore in numerosi congressi in ambito nutrizionale e docente nei corsi per il personale dell’AOU Senese.

DISFUNZIONE ENDOTELIALE: IL NUOVO INDICATORE PER IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

L’individuazione di soggetti a rischio elevato di infarto e ictus non può più basarsi soltanto sui livelli di colesterolo LDL nel sangue. Recenti scoperte, pubblicate su Nature Medicine, hanno portato l’attenzione su un nuovo protagonista: l’endotelio, ovvero lo strato di cellule che riveste l’interno delle arterie. È proprio in questo “tessuto di confine” che il colesterolo LDL può penetrare più facilmente in presenza di una disfunzione endoteliale, accelerando la formazione di placche aterosclerotiche. I ricercatori del Mass General Brigham di Boston, guidati da Nicholas Marston, hanno identificato un punteggio di rischio poligenico basato su 35 varianti genetiche (polimorfismi a singolo nucleotide) che influenzano la funzione endoteliale e la predisposizione alla malattia coronarica. Questo score, calcolato su diversi gruppi di popolazione, ha permesso di identificare persone che, pur con valori simili di colesterolo LDL, presentano un rischio molto più alto di sviluppare malattie cardiovascolari. L’obiettivo di questo approccio è personalizzare gli interventi terapeutici, individuando con precisione quali pazienti hanno bisogno di una riduzione più aggressiva del colesterolo LDL, superando l’approccio standard “uguale per tutti”.

TERAPIE MIRATE: COME IL PUNTEGGIO GENETICO CAMBIA LA GESTIONE DEL COLESTEROLO

Il punteggio poligenico sviluppato a Boston consente una nuova lettura del rischio cardiovascolare, affiancando alla classica misurazione del colesterolo LDL una valutazione genetica delle cellule endoteliali. Secondo i dati pubblicati, i pazienti con alterazioni genetiche associate a disfunzione endoteliale sono particolarmente vulnerabili agli effetti nocivi del colesterolo, anche se i loro livelli plasmatici non appaiono particolarmente elevati. In questi soggetti, terapie farmacologiche ipocolesterolemizzanti di tipo intensivo – come quelle basate su PCSK9 inibitori (ad esempio alirocumab o evolocumab) o sui più recenti siRNA come inclisiran – risultano particolarmente efficaci nel ridurre gli eventi cardiovascolari. L’approccio di precisione, dunque, non si limita a trattare un numero, ma mira a comprendere chi ha realmente bisogno di abbassare drasticamente il colesterolo, e quanto farlo. I dati suggeriscono che portare il colesterolo LDL sotto i 40 mg/dl in pazienti geneticamente predisposti può ridurre significativamente l’incidenza di infarto e ictus, offrendo una strategia su misura basata sul profilo biologico e genetico del singolo individuo.

ATEROSCLEROSI, GENETICA ED ENDOTELIO: VERSO UNA PREVENZIONE PERSONALIZZATA

L’aterosclerosi coronarica, processo alla base di infarto e angina, inizia quando il colesterolo LDL penetra attraverso cellule endoteliali compromesse, dando origine a lesioni e infiammazioni che favoriscono la formazione delle placche. Comprendere quali individui presentano una maggiore permeabilità vascolare a causa di mutazioni genetiche rappresenta oggi un passo fondamentale verso la medicina preventiva. La protezione vascolare, quindi, non dipende solo dal controllo dei livelli ematici di lipidi, ma anche dalla salute dell’endotelio. In soggetti con endotelio sano, il colesterolo può circolare a livelli borderline senza causare danni immediati, ma nei pazienti con disfunzione endoteliale, anche valori moderati possono innescare rapidamente il processo aterosclerotico. Questo cambia radicalmente l’approccio alla prevenzione cardiovascolare: non basta più adottare una soglia fissa per tutti, ma è necessario adattare l’obiettivo terapeutico al rischio reale del paziente. Il nuovo score genetico, in futuro, potrà guidare i clinici nel determinare quando iniziare terapie avanzate, quali farmaci utilizzare e quali target di LDL raggiungere, aprendo la strada a trattamenti altamente personalizzati e basati sulla biologia individuale.

BIBLIOGRAFIA

  1. Marston NA, et al. Endothelial function and coronary artery disease: polygenic risk score development and validation. Nat Med, 2024.
  2. Libby P. Inflammation and cardiovascular disease mechanisms. J Am Coll Cardiol, 2021.
  3. Nissen SE. Lipid-lowering therapies and plaque regression: a review. Circulation, 2023.

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