Consulenza scientifica
CAMMINARE A PASSO VELOCE: L’ESERCIZIO QUOTIDIANO CHE PROTEGGE CUORE E METABOLISMO
Integrare una brisk walk nella propria routine quotidiana può rappresentare un valido strumento per migliorare la salute cardiovascolare e regolare il metabolismo. Camminare con passo energico, come se si avesse poco tempo, contribuisce non solo a ridurre il livello di stress, ma anche a mantenere il cuore in equilibrio, prevenendo alterazioni del ritmo cardiaco. Diversi studi hanno infatti evidenziato che questo tipo di attività fisica è associato a una minore incidenza di aritmie cardiache, tra cui fibrillazione atriale, tachicardia e bradicardia, disturbi che colpiscono milioni di persone, soprattutto con l’avanzare dell’età.
Questa forma di movimento è facilmente accessibile, non richiede attrezzature particolari ed è compatibile anche con uno stile di vita frenetico. Gli effetti positivi sono stati correlati in particolare a modificazioni nei parametri infiammatori e metabolici, indicatori biologici fondamentali nel mantenimento della salute cardiovascolare. L’aspetto più interessante è che bastano circa 30 minuti al giorno di camminata sostenuta per attivare questi meccanismi protettivi. La costanza, più della durata o dell’intensità estrema, è l’elemento determinante per ottenere benefici tangibili e duraturi.

DA PASSEGGIATA A POWER WALKING: LE DIVERSE TIPOLOGIE DI CAMMINATA E I LORO BENEFICI
Quando si parla di brisk walk, è importante sapere che non esiste un solo modo di camminare: ogni stile ha caratteristiche uniche e può offrire vantaggi differenti in base agli obiettivi personali, al livello di forma fisica e al tempo a disposizione. La camminata lenta è quella più spontanea: ha un’intensità ridotta e viene spesso praticata senza un preciso scopo sportivo. Nonostante ciò, ha effetti positivi sulla digestione, aiuta a rilassare il sistema nervoso e favorisce una pausa rigenerante sia per il corpo che per la mente.
Aumentando leggermente il ritmo si passa alla camminata moderata, una forma di movimento dolce ma efficace, utile per stimolare la circolazione sanguigna, riattivare il metabolismo e migliorare il tono dell’umore. È particolarmente indicata per chi desidera mantenersi attivo senza affrontare attività fisiche intense. Il passo più sostenuto della camminata veloce – o brisk walking – è ideale per chi vuole bruciare calorie, rinforzare l’apparato cardiovascolare e ottenere benefici anche in termini di gestione del peso corporeo.
Per trasformare la camminata in un vero e proprio allenamento, si può optare per il power walking, che richiede un movimento energico delle braccia e un passo deciso e costante. È una disciplina a tutti gli effetti, pensata per migliorare resistenza e tono muscolare. A questa si affianca il nordic walking, che prevede l’uso di bastoncini specifici: una tecnica utile per coinvolgere anche la parte superiore del corpo e aumentare la spesa energetica. Infine, c’è il trekking, praticato in ambienti naturali e su terreni irregolari, che unisce attività fisica intensa a un profondo benessere psicologico, grazie al contatto diretto con la natura.

BRISK WALKING E RIDUZIONE DEL RISCHIO DI ARITMIE: I NUMERI CHE FANNO LA DIFFERENZA
I dati emersi dallo studio pubblicato sulla rivista Heart confermano l’efficacia della brisk walk nella prevenzione delle aritmie cardiache, con numeri significativi su scala ampia. L’indagine ha coinvolto 420.925 adulti con un’età media di 55 anni, monitorati per un periodo medio di 13 anni. All’interno del campione, il 6,5% dei partecipanti camminava a passo lento, il 53% a velocità moderata e il 41% a ritmo sostenuto. Durante il follow-up, circa il 9% ha sviluppato un’aritmia: nello specifico, si sono registrati 23.526 casi di fibrillazione atriale, 19.093 di altre aritmie, 5.678 di bradicardia e 2.168 di aritmie ventricolari.
I partecipanti che adottavano un’andatura più rapida mostravano in generale uno stile di vita più sano, un peso corporeo più equilibrato, una circonferenza vita inferiore e una maggiore forza muscolare. Anche parametri come colesterolo, glicemia e livelli infiammatori risultavano più bassi. Tuttavia, anche tenendo conto di questi fattori, è emerso che camminare a ritmo medio o veloce era associato a una riduzione significativa del rischio di aritmie: -35% e -43% per tutte le aritmie, -38% e -46% per la fibrillazione atriale, -21% e -39% per le altre forme.
Una soglia cruciale è quella dei 6 km/h: superarla, arrivando a 6,4 km/h o più, si traduce in un effetto protettivo ancora maggiore. Tuttavia, anche una camminata tra i 4,8 e i 6,4 km/h produce benefici evidenti. Questo conferma che non è necessario esagerare con la velocità: un passo energico e costante, come quello che si tiene quando si è “tirati” da un cane grande o si attraversa rapidamente la strada, è sufficiente per attivare i meccanismi protettivi. È importante sottolineare che l’attività fisica, pur essendo un pilastro della prevenzione, va integrata in un contesto più ampio che comprenda alimentazione, controllo del peso e gestione dello stress.

CAMMINARE VELOCE PER RIDURRE OBESITÀ, INFIAMMAZIONE E ARITMIE
L’efficacia della brisk walk nella prevenzione delle aritmie cardiache non dipende solo dall’allenamento del cuore, ma è strettamente legata a una serie di benefici metabolici e infiammatori che influenzano la salute generale dell’organismo. Secondo gli esperti, camminare più velocemente contribuisce a contrastare l’obesità e a ridurre l’infiammazione cronica, due condizioni che aumentano significativamente il rischio di sviluppare disturbi del ritmo cardiaco. Infatti, è stato osservato che esiste una correlazione inversa tra la velocità del passo e parametri critici come glicemia, pressione arteriosa, sovrappeso e diabete, tutti noti fattori di rischio per le aritmie.
Un altro aspetto importante è che camminare a velocità superiore ai 6 km/h può risultare meno impattante sulle articolazioni rispetto ad altre attività motorie, soprattutto per chi è in sovrappeso. Ciò rende questa forma di esercizio accessibile a una vasta fascia di popolazione, comprese le persone che devono evitare movimenti ad alto impatto. Tra i benefici più rilevanti si segnalano la riduzione della massa grassa, l’incremento del colesterolo HDL (quello “buono”) e una diminuzione della pressione sanguigna.
Sebbene la ricerca citata sia di tipo osservazionale – quindi non stabilisce un rapporto diretto di causa-effetto – i risultati ottenuti forniscono indicazioni solide sull’importanza della camminata veloce per la prevenzione. La dose raccomandata? Almeno 150 minuti a settimana di attività fisica moderata o intensa, suddivisi preferibilmente in sessioni da 50 minuti, tre volte a settimana. Naturalmente, la brisk walk è inclusa tra le attività suggerite.
Quanto al momento ideale per camminare, diversi studi indicano che le prime ore del mattino sono ottimali: il metabolismo è più attivo, la qualità dell’aria migliore e l’attività fisica mattutina aiuta a sincronizzare l’orologio biologico e a diminuire lo stress. Tuttavia, il momento migliore resta quello che permette la maggiore costanza: mattina, pausa pranzo o sera, l’importante è trovare il tempo e mantenerlo nel tempo.
BIBLIOGRAFIA
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- Lavie CJ, Ozemek C, Carbone S, et al. Sedentary Behavior, Exercise, and Cardiovascular Health. Circ Res. 2019.
- Lear SA, Hu W, Rangarajan S, et al. The effect of physical activity on mortality and cardiovascular disease in 130,000 people from 17 countries. Lancet. 2017.
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