BENEFICI DEL LIEVITO MADRE PER GLICEMIA E INTESTINO

Una revisione di 25 studi racconta che i benefici del lievito madre dipendono da ceppi, farine e tempi di fermentazione. Il pane giusto può offrire vantaggi su indice glicemico e sazietà, ridurre i FODMAP e abbassare i fitati, migliorando la biodisponibilità minerale nei cereali integrali. Sul fronte cardiovascolare il segnale è debole. Scegli pane integrale a lievitazione lenta, con processo chiaro e porzioni equilibrate. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Katia Gennai

Dietista. Ha conseguito il Diploma di Tecnico in Dietologia e Dietetica Applicata nel 1994; laurea triennale in dietistica nel 2004. Lavora presso l’UOSA di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese. Docente nel corso di laurea in Dietistica.

METODO, MICRORGANISMI E VARIABILI DI PROCESSO

Una revisione di 25 studi clinici controllati ha indagato i benefici del lievito madre nel pane confrontandoli con prodotti ottenuti con solo lievito di birra. I lavori includono adulti sani o con alterazioni metaboliche lievi, con esiti che vanno da risposta glicemica a parametri gastrointestinali e cardiovascolari. La coltura di partenza unisce batteri lattici e lieviti, una comunità microbica che costituisce il microbiota dell’impasto. Questi microrganismi svolgono fermentazione lattica, cioè trasformano gli zuccheri in acidi organici come lattico e acetico, abbassando il pH e cambiando struttura e sapore. Il processo modifica anche l’impasto grazie a enzimi endogeni e microbici che agiscono su amidi e proteine. Tra le variabili critiche spiccano grado di idratazione, temperatura, durata della lievitazione, numero di rinfreschi e rapporto tra farina e acqua.

La scelta della farina conta: l’uso di cereali integrali aumenta fibra e minerali, mentre farine raffinate offrono standardizzazione ma meno micronutrienti. Diversi protocolli riportano misure tecnologiche come acidità titolabile, pH finale e perdita di peso in cottura per descrivere meglio il prodotto. La qualità metodologica dei trial è per lo più adeguata, con attenzione a randomizzazione, controlli e misurazioni predefinite. Le sedi di ricerca sono principalmente europee, con contributi nordamericani, riflesso dei diversi stili di panificazione. Gli esiti presi in esame includono l’indice glicemico, ormoni dell’appetito, tolleranza intestinale e marcatori lipidici. L’insieme dei dati spinge a definire i prodotti in modo rigoroso, descrivendo ceppi, tempo di fermentazione e caratteristiche dell’impasto per interpretare correttamente i risultati.

GLICEMIA, AMIDO E SAZIETÀ

Sulla regolazione degli zuccheri, nel contesto dei benefici del lievito madre, il pane a lievitazione naturale mostra effetti che dipendono da composizione e processo, con variazioni nell’indice glicemico del prodotto finito. L’indice glicemico esprime la velocità con cui un alimento fa salire la glicemia, e si calcola confrontando l’area sotto la curva del glucosio dopo il pasto con uno standard. Gli acidi organici formati durante la fermentazione lattica possono rallentare lo svuotamento gastrico e rendere più graduale l’assorbimento degli amidi. La struttura dell’amido conta: più amido resistente significa più frazione che sfugge alla digestione nel tenue, con minore picco glicemico.

Fenomeni come gelatinizzazione e retrogradazione in cottura cambiano la disponibilità dell’amido agli enzimi digestivi. Pani compatti e ricchi di fibra tendono a dare risposte più lente rispetto a pani soffici ottenuti con impasti molto idratati. La scelta del cereale incide: la segale costruisce matrici più dense, il frumento tenero porta più spesso a impasti leggeri. La macinazione a pietra lascia più particelle grandi e strati esterni, con effetto meccanico sulla masticazione e sul rilascio di glucosio. Anche la crosta e il grado di tostatura modificano la fratturazione dell’alimento e l’accesso degli enzimi all’amido. Sul piano dell’appetito, fibre solubili e consistenza dell’impasto favoriscono la sazietà attraverso maggiore distensione gastrica e rilascio di ormoni come GLP-1 e PYY. Ricette che combinano tempi lunghi, farine ricche di fibra e fermentazione lattica ben controllata offrono profili glicemici più stabili. Per chi punta a pasti con risposta più dolce, conviene orientarsi su cereali integrali, lievitazioni lente e porzioni misurate. Queste scelte non sostituiscono una dieta varia, ma aiutano a usare il pane come alimento compatibile con obiettivi metabolici.

INTESTINO, FODMAP E MINERALI

Per l’intestino, un’area in cui si misurano bene i benefici del lievito madre riguarda i FODMAP, piccoli carboidrati fermentabili che in alcune persone causano gonfiore e dolore. Durante la lievitazione naturale, enzimi microbici degradano parte di questi zuccheri, ottenendo pani con carico FODMAP più basso. Questa riduzione si riflette in minori fermentazioni intestinali misurabili con test del respiro e in un miglior comfort in soggetti con colon irritabile. La lavorazione con proteasi e lievitazioni prolungate spezza sequenze del glutine che risultano irritanti per alcuni individui sensibili, senza che questo renda il prodotto idoneo alla celiachia. La celiachia richiede assenza totale di glutine e controllo rigoroso delle contaminazioni, condizione non garantita dal pane a lievitazione naturale.

La fermentazione agisce anche sull’acido fitico, il principale antinutriente dei cereali, liberando minerali. Ne deriva una maggiore biodisponibilità minerale, cioè una quota più alta di ferro, zinco, magnesio e calcio assorbita dall’organismo. L’effetto appare marcato quando si usano cereali integrali, perché il germe e la crusca contengono più fitati da idrolizzare. Sui lipidi plasmatici il segnale è modesto, con cambiamenti piccoli o nulli in colesterolo totale e LDL in assenza di modifiche dell’intera dieta. Marker della fibrinolisi come PAI-1 mostrano scostamenti limitati, dettaglio che suggerisce benefici selettivi legati soprattutto a intestino e micronutrienti. L’interazione tra pane fermentato e microbiota intestinale può favorire la produzione di acidi grassi a corta catena, molecole utili per la mucosa. Per trarre il massimo, scegliere pane con etichetta chiara su tempi di fermentazione, uso di pasta madre e farine integrali tracciate. La combinazione con pasti ricchi di verdure e legumi potenzia l’effetto fibra e supporta una digestione più confortevole.

BIBLIOGRAFIA

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