Consulenza scientifica
COSA MOSTRA L’EVIDENZA CLINICA
Gli studi clinici dimostrano che il succo di barbabietola abbassa la pressione arteriosa in modo misurabile, con una riduzione media di circa –3,5 mmHg per la pressione sistolica e –1,3 mmHg per la diastolica. I risultati più solidi emergono con trattamenti superiori a due settimane, suggerendo che la costanza sia decisiva. Le dosi giornaliere testate variano da 70 a 500 mL, con i maggiori benefici osservati a 500 mL al giorno. Non è solo l’alto contenuto di nitrati a spiegare l’effetto: anche polifenoli e betaline sembrano avere un ruolo, indicando meccanismi multipli.
Questo approccio nutrizionale appare sicuro, a basso costo e utile come complemento per chi soffre di ipertensione, senza sostituire i farmaci prescritti. La riduzione osservata è paragonabile a quella ottenuta con diete salutari e può tradursi in un minor rischio di ictus e mortalità cardiovascolare. Gli studi hanno coinvolto adulti dai 20 ai 70 anni, con risultati coerenti in più gruppi di popolazione. La qualità metodologica delle ricerche è considerata buona, a supporto dell’affidabilità delle conclusioni. In sintesi, integrare succo di barbabietola nella dieta quotidiana può offrire un piccolo ma concreto vantaggio pressorio.

DA COSA DIPENDE L’EFFICACIA
L’efficacia del succo di barbabietola varia in base a durata, dose e profilo clinico dei soggetti. Trattamenti più lunghi di 14 giorni mostrano riduzioni più marcate della pressione. Curiosamente, dosi con concentrazioni elevate di nitrati non sempre portano ai maggiori benefici, suggerendo che altri fitocomposti contribuiscano all’effetto. I pazienti con condizioni croniche, come diabete o ipercolesterolemia, e chi ha valori pressori più alti, sperimentano cali più significativi della pressione sistolica.
L’età è un altro fattore: nei soggetti più anziani l’effetto appare più evidente. Anche il tipo di placebo utilizzato negli studi ha influenzato i risultati: quando il confronto avveniva con succhi di barbabietola privi di nitrati, l’efficacia appariva ridotta, segnalando che altre sostanze condivise con il placebo potrebbero avere un impatto. Le analisi mostrano un’eterogeneità moderata negli effetti sulla sistolica e minima sulla diastolica, spiegabile con la durata breve o le dosi inferiori a 500 mL/die. Il quadro complessivo indica che la risposta è multifattoriale e che non esiste una dose universale valida per tutti, ma piuttosto un insieme di variabili che interagiscono.

INDICAZIONI PRATICHE E SICUREZZA
Per ottenere benefici misurabili, è consigliabile assumere succo di barbabietola quotidianamente per almeno due settimane. Gli studi indicano un intervallo efficace tra 250 e 500 mL al giorno, con possibilità di iniziare da quantità più basse e adattare in base alla risposta. Estratti e prodotti standardizzati non garantiscono lo stesso effetto della bevanda naturale, poiché non solo i nitrati ma anche polifenoli e betaline contribuiscono al risultato. Chi segue una terapia farmacologica per ipertensione dovrebbe consultare il medico per evitare eccessivi cali pressori.
È utile monitorare regolarmente la pressione arteriosa, annotare i valori e valutare l’andamento dopo 2–4 settimane. Possibili effetti collaterali includono disturbi gastrointestinali o problemi legati a un elevato contenuto di ossalati, per cui la tolleranza individuale va considerata. Le ricerche disponibili confermano comunque un buon profilo di sicurezza. Restano da chiarire la dose minima efficace per specifici gruppi di pazienti e le interazioni con il microbiota intestinale. Nell’attesa di ulteriori studi, il succo di barbabietola va inteso come parte di un piano integrato di prevenzione: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e continuità terapeutica.
BIBLIOGRAFIA
- Siervo M, Lara J, Ogbonmwan I, Mathers JC. Inorganic nitrate and beetroot juice supplementation reduces blood pressure in adults: a systematic review and meta-analysis. J Nutr, 2013.
- Clifford T, Howatson G, West DJ, Stevenson EJ. The potential benefits of red beetroot supplementation in health and disease. Nutrients, 2015.
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