Consulenza scientifica
L’IMPATTO DELL’AGLIO SUI LIPIDI NEL SANGUE: UNA META-ANALISI RECENTE
L’aglio è da sempre noto come rimedio naturale utilizzato nella medicina tradizionale per contrastare numerose patologie, ma il suo ruolo nel migliorare il profilo lipidico e prevenire le malattie cardiovascolari (dislipidemia, colesterolo, cardiopatie) sta ricevendo crescente attenzione scientifica. La dislipidemia, ossia l’alterazione dei livelli di grassi nel sangue come colesterolo totale, trigliceridi e colesterolo LDL, rappresenta un fattore di rischio centrale per patologie come infarto, ictus e ipertensione. Secondo dati epidemiologici, la diffusione della dislipidemia è in continuo aumento a causa di abitudini alimentari scorrette, con un’incidenza che ha già superato i 500 milioni di casi a livello globale e un impatto diretto sulla mortalità cardiovascolare. Proprio per questo, risulta urgente individuare strategie efficaci, anche alimentari, per migliorare i valori lipidici e ridurre il rischio di complicanze cardiache.
Questa nuova meta-analisi ha preso in esame esclusivamente soggetti adulti con dislipidemia non trattati farmacologicamente, colmando una lacuna delle ricerche precedenti che spesso includevano persone con diverse condizioni o già in terapia. L’obiettivo principale era chiarire se l’assunzione di aglio potesse rappresentare un supporto valido e sicuro nella gestione della dislipidemia e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, analizzando gli effetti reali sul profilo lipidico ematico attraverso l’analisi dei dati provenienti da 21 studi clinici randomizzati condotti su oltre 1600 individui di età compresa tra 25 e 70 anni.

ANALISI DEGLI EFFETTI DELL’AGLIO SUI PRINCIPALI PARAMETRI LIPIDICI
L’approfondita revisione delle evidenze scientifiche ha evidenziato che un consumo regolare di aglio comporta benefici misurabili sui livelli di colesterolo totale, trigliceridi e colesterolo LDL, mentre l’incremento dell’HDL rimane marginale ma comunque positivo. In particolare, la meta-analisi ha incluso sia studi condotti su uomini che su donne, appartenenti a diverse aree geografiche (Asia, America, Europa e Australia), garantendo una rappresentatività globale dei risultati. I partecipanti hanno assunto varie formulazioni di aglio – come compresse, olio, polvere e aglio crudo – con dosaggi e durate dell’intervento compresi tra 8 e 36 settimane.
Tra i risultati più significativi emersi vi è la constatazione che l’aglio mostra la sua massima efficacia soprattutto tra i soggetti più anziani e in chi segue trattamenti di almeno 12 settimane. Gli effetti maggiori sono stati osservati quando si utilizzano preparazioni come olio di aglio e compresse rispetto alla polvere. Questa differenza potrebbe essere dovuta alla concentrazione più elevata di principi attivi come l’allicina e i composti solforati, che svolgono un ruolo chiave nel ridurre i livelli di lipidi nel sangue. Gli autori sottolineano, inoltre, che i risultati sono stati valutati con metodologie rigorose e che l’eterogeneità dei dati è stata gestita attraverso analisi statistiche avanzate, garantendo l’affidabilità delle conclusioni.

IMPLICAZIONI CLINICHE E LIMITI DELLA SUPPLEMENTAZIONE DI AGLIO
Le conclusioni di questa meta-analisi pongono l’accento sul potenziale utilizzo dell’aglio come coadiuvante nella prevenzione e nel trattamento della dislipidemia, soprattutto in chi presenta valori elevati di colesterolo o è a rischio di malattie cardiovascolari. L’effetto positivo dell’aglio è legato a diversi meccanismi: la riduzione dell’attività di alcuni enzimi responsabili della sintesi di colesterolo, l’aumento dell’eliminazione di acidi biliari e la capacità di contrastare l’ossidazione delle lipoproteine LDL, processi che contribuiscono a ridurre la formazione di placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni. Gli studi suggeriscono inoltre che alcuni composti presenti nell’aglio, come la S-allyl cysteine e la diallyl disulfide, siano particolarmente efficaci nel ridurre la produzione di colesterolo a livello epatico.
Nonostante questi benefici, gli autori sottolineano alcune limitazioni da considerare: la variabilità tra le formulazioni di aglio utilizzate nei diversi studi, la durata degli interventi e il fatto che molti lavori inclusi sono stati condotti solo su popolazioni adulte con dislipidemia non trattata. Inoltre, la qualità delle prove relative all’aumento dell’HDL è risultata inferiore rispetto agli altri parametri lipidici. Per confermare in modo definitivo il ruolo dell’aglio nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, saranno necessari ulteriori studi clinici su larga scala e con un follow-up prolungato. Tuttavia, l’aggiunta dell’aglio alla dieta può rappresentare una strategia efficace, naturale e sicura per migliorare il profilo lipidico e ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.
BIBLIOGRAFIA
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- Zeng T, Guo FF, Zhang CL, Song FY, Zhao XL, Xie KQ. A meta-analysis of randomized, double-blind, placebo-controlled trials for the effects of garlic on serum lipid profiles. J Sci Food Agric. 2012.
- Fu Z, Lv J, Gao X, et al. Effects of garlic supplementation on components of metabolic syndrome: a systematic review, meta-analysis, and meta-regression of randomized controlled trials. BMC Complement Med Ther. 2023.
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