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DOLORE CRONICO NEGLI ANZIANI: NON È SEMPRE UNA CONSEGUENZA DELL’ETÀ
Spesso si tende a considerare il dolore cronico negli anziani come un effetto naturale e inevitabile del processo di invecchiamento. Tuttavia, uno studio recente pubblicato su Musculoskeletal Science and Practice, basato sui dati dell’ampio progetto europeo SHARE, ha messo in discussione questa visione fatalistica. I ricercatori hanno analizzato lo stato di salute e lo stile di vita di oltre 27.000 persone con più di 50 anni provenienti da 28 paesi europei, con l’obiettivo di identificare i fattori più rilevanti nell’insorgenza di dolore persistente.
Tra le variabili osservate – qualità del sonno, abitudine al fumo, alimentazione e livello di attività fisica – è proprio la sedentarietà ad avere il maggiore impatto negativo. I dati rivelano che chi non svolge mai attività motoria, nemmeno a basso impegno, ha una probabilità più che quadruplicata di sperimentare dolori gravi rispetto a chi si mantiene attivo. In confronto, gli altri fattori di rischio mostrano effetti molto più contenuti. Il messaggio è chiaro: rimanere in movimento può rappresentare una vera chiave di prevenzione.

MUOVERSI PER STARE MEGLIO: IL MOVIMENTO COME TERAPIA NATURALE
Una delle scoperte più importanti dello studio riguarda la possibilità di intervenire concretamente su un fattore modificabile: la sedentarietà. Mentre altri comportamenti sono più difficili da cambiare, aumentare il livello di attività fisica è alla portata di tutti. Non servono allenamenti intensi né programmi sportivi complessi: è sufficiente camminare ogni giorno, salire le scale, fare stretching o praticare ginnastica dolce per ottenere benefici significativi sulla riduzione del dolore.
I vantaggi dell’esercizio non si limitano all’apparato muscolo-scheletrico. Il movimento migliora il tono muscolare, stimola la circolazione, e riduce l’infiammazione sistemica, un processo coinvolto nella percezione del dolore. Inoltre, svolgere attività fisica aiuta a regolare la glicemia, a migliorare la funzionalità cardiovascolare e a sostenere l’equilibrio metabolico generale. In sintesi, una vita attiva rappresenta oggi una delle strategie più efficaci per contrastare le limitazioni fisiche tipiche della terza età.

L’ESERCIZIO FISICO NELLA TERZA ETÀ DEVE DIVENTARE PRIORITÀ CLINICA
È importante sottolineare che lo studio SHARE è di natura osservazionale, quindi non può dimostrare in modo assoluto un nesso di causa-effetto tra sedentarietà e dolore. Tuttavia, la forza dell’associazione emersa è tale da rendere evidente l’urgenza di includere l’attività moderata tra le misure prioritarie nella gestione del dolore cronico negli anziani. Non si tratta solo di allungare gli anni di vita, ma di migliorarne la qualità in maniera concreta.
I risultati indicano chiaramente che l’inattività fisica è il comportamento più pericoloso per la salute muscolo-scheletrica. Anche piccoli cambiamenti, come muoversi con costanza o evitare lunghi periodi seduti, possono ridurre notevolmente l’intensità del dolore cronico. Agire su fattori modificabili è essenziale per promuovere una vecchiaia più autonoma, attiva e libera dalla sofferenza. Mantenersi in movimento, quindi, non è solo una questione di longevità o forma fisica, ma una reale strategia di benessere quotidiano.
BIBLIOGRAFIA
- De Souto Barreto P, Ferrandez AM, Vellas B. Physical activity and association with functional status and quality of life in older adults. Arch Gerontol Geriatr. 2013.
- Blyth FM, et al. Chronic pain in older persons: epidemiology, impact and barriers to management. Australas J Ageing. 2001.
- Torelli P, et al. Exercise and chronic pain in elderly: strategies and evidence-based recommendations. Aging Clin Exp Res. 2020.
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