MIRTILLI E MORBO DI ALZHEIMER: BENEFICI PER LA MEMORIA

Il morbo di Alzheimer è legato a fattori metabolici e infiammazione. Il succo di mirtillo selvatico, ricco di antocianine, migliora memoria e apprendimento nei soggetti anziani con declino cognitivo lieve, e mostra effetti positivi su metabolismo, glicemia e umore. I test V-PAL e CVLT confermano benefici cognitivi superiori rispetto al placebo. Le antocianine favoriscono plasticità sinaptica e riducono lo stress ossidativo. Scopri di più con i medici di Cibum dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese

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Consulenza scientifica

Barbara Paolini

Medico dietologo e direttore dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese. Professore all'Università di Siena. Presidente Nazionale Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

MIRTILLI E MEMORIA: IL SUCCO DI MIRTILLO SELVATICO CONTRO IL DECLINO COGNITIVO LEGATO ALL’ALZHEIMER

L’invecchiamento della popolazione è uno dei fenomeni demografici più rilevanti del nostro tempo e comporta, tra le sue conseguenze, un preoccupante aumento dei casi di demenza senile e di morbo di Alzheimer. Solo negli Stati Uniti, si prevede che entro il 2050 i pazienti affetti da Alzheimer supereranno i 16 milioni, un dato che sottolinea l’urgenza di strategie efficaci per la prevenzione cognitiva.

Un numero crescente di evidenze scientifiche ha dimostrato che il morbo di Alzheimer non è solo una malattia neurologica isolata, ma è anche profondamente legata a disturbi metabolici come la resistenza all’insulina, l’iperinsulinemia e il diabete di tipo 2. Questi fattori contribuiscono in modo determinante sia al danno vascolare sia alla neurodegenerazione progressiva.

In tale contesto, la nutrizione preventiva si conferma come uno degli strumenti più promettenti. In particolare, i frutti di bosco, e in modo specifico i mirtilli selvatici, si distinguono per il loro elevato contenuto di composti polifenolici bioattivi, tra cui spiccano le antocianine. Questi pigmenti naturali, responsabili della colorazione blu-violacea delle bacche, hanno mostrato, in studi preclinici su modelli animali, effetti positivi sulla memoria, sulla plasticità sinaptica, e sulla riduzione dell’infiammazione cerebrale, con miglioramenti rilevati soprattutto nell’ippocampo e nella corteccia cerebrale, aree cruciali per l’elaborazione cognitiva.

Alla luce di questi risultati promettenti, un recente studio ha indagato gli effetti del consumo regolare di succo di mirtillo selvatico (Vaccinium angustifolium) su un piccolo gruppo di soggetti anziani. Nove partecipanti, con un’età media di 76 anni e sintomi iniziali di declino cognitivo soggettivo, hanno seguito per 12 settimane una supplementazione quotidiana di succo di mirtillo suddiviso in tre dosi giornaliere da assumere durante i pasti. Le quantità variavano da 444 mL a 621 mL al giorno, in funzione del peso corporeo individuale.

Il succo somministrato, ottenuto da bacche selvatiche congelate, pressate e successivamente pastorizzate, presentava una concentrazione di fenoli totali pari a 2,38 g/L e di antocianine pari a 877 mg/L (calcolate come equivalenti di cianidina 3-glucoside). È importante sottolineare che, nonostante una leggera riduzione (pari al 20-23%) del contenuto fenolico durante la conservazione refrigerata per tre mesi, le proprietà bioattive del succo sono rimaste sostanzialmente intatte.

Questi risultati suggeriscono che una regolare assunzione di mirtilli ricchi di antocianine possa costituire un valido alleato nella prevenzione dell’Alzheimer, contribuendo a rallentare l’insorgenza di sintomi cognitivi nelle fasi iniziali della malattia.

EVIDENZE COGNITIVE E METABOLICHE: IL SUCCO DI MIRTILLO COME STRUMENTO NUTRIZIONALE PER LA SALUTE DEL CERVELLO

L’efficacia del succo di mirtillo selvatico nel supportare le funzioni cognitive è stata valutata attraverso strumenti psicometrici standardizzati, validati scientificamente per misurare l’apprendimento e la memoria. In particolare, sono stati utilizzati due test neuropsicologici: il Verbal Paired Associate Learning Test (V-PAL) e il California Verbal Learning Test (CVLT), entrambi impiegati in ambito clinico per monitorare il declino cognitivo.

Il V-PAL, che analizza la capacità di creare associazioni verbali tra coppie di parole non correlate, ha mostrato un miglioramento significativo: il punteggio medio è salito da 9,3 a 13,2 punti, con una significatività statistica elevata (p = 0.009) e un effetto molto ampio (Cohen’s d = 1.78). Anche nel CVLT, test focalizzato sulla memoria verbale a breve termine, i partecipanti hanno registrato un progresso importante: la rievocazione libera è migliorata da 7,2 a 9,6 (p = 0.04; d = 1.18).

Oltre ai benefici cognitivi, lo studio ha evidenziato anche segnali incoraggianti sul piano metabolico e dell’umore. È stata osservata una riduzione dei sintomi depressivi (misurati con la Geriatric Depression Scale) da 5.8 a 3.5, una tendenza al ribasso della glicemia a digiuno (da 94,6 a 91,2 mg/dL), e una normalizzazione dei livelli di insulina a digiuno (da 15.9 a 12.1 μU/mL). Sebbene non tutti i cambiamenti abbiano raggiunto la significatività statistica, i trend indicano un potenziale ruolo regolatore del succo di mirtillo sull’equilibrio glicemico e sull’infiammazione sistemica.

Un elemento chiave dell’indagine è stato il confronto con un gruppo placebo, che ha ricevuto una bevanda simile ma priva di polifenoli. In questo gruppo, i miglioramenti osservati nel V-PAL non si sono verificati, confermando che i benefici cognitivi erano specificamente legati al consumo del succo di mirtillo selvatico (p = 0.03; Cohen’s f = 0.48). Per quanto riguarda il CVLT, la differenza rispetto al placebo non ha raggiunto la soglia di significatività (p = 0.12), ma ha comunque mostrato un trend positivo.

Questi risultati rafforzano l’ipotesi secondo cui le antocianine presenti nei mirtilli esercitano un’azione neuroprotettiva agendo su più fronti: miglioramento della plasticità sinaptica, stimolazione della segnalazione neuronale e riduzione dello stress ossidativo. In sintesi, la supplementazione regolare con succo di mirtillo ricco di antocianine potrebbe rappresentare una strategia nutrizionale concreta per contrastare precocemente i meccanismi biologici alla base del morbo di Alzheimer.

IMPLICAZIONI, LIMITI E PROSPETTIVE FUTURE

I risultati dello studio offrono prospettive promettenti per l’utilizzo del mirtillo nero come intervento nutrizionale preventivo contro il declino cognitivo legato all’età. L’osservazione di miglioramenti significativi nella memoria, associati a trend positivi sul tono dell’umore e sulla regolazione metabolica, supporta l’ipotesi che le antocianine e altri composti fenolici contenuti nei mirtilli svolgano un ruolo attivo nel mantenimento della salute cerebrale. In particolare, la normalizzazione dell’insulina e la riduzione della glicemia suggeriscono che uno dei meccanismi principali dell’effetto neuroprotettivo possa risiedere nella migliore gestione del metabolismo glucidico e nella conseguente riduzione dell’infiammazione e dell’accumulo di beta-amiloide, un marker tipico dell’Alzheimer.

Tuttavia, lo studio presenta alcuni limiti metodologici da considerare:

  • Il campione è molto ridotto (n = 9), il che limita la generalizzabilità dei risultati.
  • L’assenza di un placebo identico al succo di mirtillo (per sapore, colore, carico glicemico) potrebbe aver influenzato la percezione dei partecipanti e i risultati.
  • La durata dell’intervento (12 settimane) è sufficiente a osservare cambiamenti misurabili, ma non consente di trarre conclusioni sugli effetti a lungo termine.

Nonostante queste limitazioni, l’efficacia osservata nel test associativo (V-PAL), più sensibile al deterioramento precoce della memoria e all’attività dell’ippocampo, rafforza l’ipotesi che i mirtilli possano contribuire alla neuroplasticità e alla resilienza cognitiva in soggetti a rischio.

BIBLIOGRAFIA

  1. Krikorian R, Shidler MD, Nash TA, et al. Blueberry supplementation improves memory in older adults. J Agric Food Chem, 2010.
  2. Islam A, Amin MN, Siddiqui SA, et al. Trans fatty acids and lipid profile: a serious risk factor to cardiovascular disease, cancer and diabetes. Diabetes Metab Syndr, Mar-Apr 2019.
  3. Joseph JA, Shukitt-Hale B, Casadesus G. Reversing the deleterious effects of aging on neuronal communication and behavior: beneficial properties of fruit polyphenolic compounds. Am J Clin Nutr, 2005.

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